LA CONTRADA DELLA QUERCIOLA HA VINTO IL PALIO DEL
29 MAGGIO 1994

LA NAZIONE - Cronaca del Valdarno

Fucecchio lì, Venerdì 27 Maggio 1994.
Speciale Palio Fucecchio

FUCECCHIO / Gli allibratori leggono il divario fra le contrade del centro e quelle di periferia

Il toto-Palio dà la Querciola superfavorita

È Pes il fantino più votato, seguito a ruota da Colagè, Imolino e il mitico Aceto. Tutti gli orari della sfilata e delle corse

Servizio di
Dott.Giulio Panzani


FUCECCHIO - Nell'imminenza della corsa nell' ex buca D'Andrea, ecco spuntare a Fucecchio i foglietti dell'immancabile totopalio, con le «quote» delle contrade al traguardo. Un segno di azzardo fra il provocatorio e lo scherzoso oppure qualcosa di più serio, che riguarda le puntate di un grosso giro sommerso di scommesse? I più esperti giurano che si tratta di una cerlia: uno dei molti modi, in pratica, di vivacizzare il periodo che precede il gran giorno. Ma qualcun altro non nega che il business clandestino potrebbe esserci, in particolare fra i cavallai e il seguito senese.
Ma vediamo nel concreto quali siano le ipotesi ricorrenti. Fàvorita della vigilia - a quanto pare - sarebbe la Querciola, piccola ma agguerrita frazione dell'immediata periferia del capoluogo: Non per altro, a indossare la casacca con i subi colori sarà addirittura «Pes», uno dei fantini più rinomati. A seguire, la migliore quotazione è quella della Bernarda, rappresentata da «Colagè», con a ruota Botteghe con «Imolino», mentre la Ferruzza, che pure ha dalla sua il mitico «Aceto», sta al quarto posto - dato per uno a sei - con Sant'Andrea che avrebbe anche probabilità in meno di tagliare il traguardo stando uno a sette fra le contrade più grandi. Quindi, Borgonovo con «Falchino» - uno a otto - e la campionessa uscente, la Raimonda, quotata uno a dieci pur col suo non meno celebrato «Cianchino» in pista, quest'anno, dichiaratamente per bissare il successo precedente.
Malinconiche, poi, le valutazioni espresse per le altre contrade: Cappiano uno a tredici, Torre uno a venti, Massarella uno a ventitre, Samo uno a trenta e San Pierino questa volta al minimo storico, uno a cinquanta. Quasi una debaclè insomma, ma per i rioni cosidetti minori, almeno rispetto a quelli più popolosi e «ricchi» del centro cittadino. Una definizione assolutamente ingenerosa, questa, in quanto le frazioni, non hanno mai strappato il «Cencio» in pista, è vero, ma ci sono andate più volte vicino con la loro tenacia e le indiscutibili capacità mostrate, anche nel predisporre la sfilata del mattino. Intanto, la pista è stata rimessa a posto dopo le piogge che avevano impedito la corsa di San Candido organizzata dalla Pro Loco : il terreno ora asciutto è stato fresato e chi se ne intende garantisce che goccia d'acqua, come cadute di recente, non possono che rassodare beneficamente il fondo e renderlo dunque più agevole Ma le previsioni del tempo, almeno stando ai bollettini, danno precipitazioni. Qualora piovesse che accadrebbe? Luigi Cardini, presidente al suo ultimo mandato al comitato organizzatore, fa i debiti scongiuri: già dopo le disavventure della sagra dei donatori di sangue, nel 1993, nell'ambito delle iniziative parallele al Palio, è rimasto sconcertato dal vedere che l'edizione di domenica scorsa è stata penalizzata da un altro imprevedibile incidente. «Chiamiamo la maga - dichiara toccando ferro - perchè se dovesse piovere saremmo in guai seri. Si dovrebbe, al limite, rinviare tutto».
Gli orari, comunque, sono stati fissati: alle 9:30 la sfilata e poi, alle 16, la prima delle due batterie di qualificazione in vista, alle 18, del gran finale. E alla sera? A festeggiare, come sempre, sarà una sola contrada: quella che arriverà a portarsi a casa il «Pallium» fatto da Marco Neri .

IL TIRRENO - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Lunedì 30 Maggio 1994. Pagina XIV
Speciale Palio Fucecchio

Pes (con Grand Prik) non ha rivali, Aceto si arrende

LA QUERCIOLA CONCEDE IL BIS

Servizio di
Gianfranceschi Luciano


FUCECCHIO - Una piccola contrada (Querciola) con un grande fantino (Pes) ha vinto - come da pronostico - il 14° Palio delle contrade di Fucecchio. È la seconda volta (la prima fu nel 1982). Unica insidia: l'irriducibile Aceto che, con i colori di Ferruzza, ha inseguito il rivale, che ormai è il suo erede anche al Palio di Siena, e poi ha mollato lasciando il secondo posto al sorprendente Imolino di Botteghe. Pes montava Grand Prix, dopo che in settimana per infortunio era stata abbattuta Martina. Ma non ha avuto ugualmente rivali. Semmai ha avuto un guizzo da campione. A detta dei contradaioli di Samo in batteria, è stato favorito da Trecciolino, pena l'esclusione dalla finale. Ma si sa che per vincere un Palio è necessaria la fortuna, meglio se propiziata. Un'altra sorpresa: al quarto posto Massimino II di Massarella con Run a Cadillac. Mentre le alleate Sant'Andrea e Porta Bemarda, rispettivamente con Spirito su Sciura e Bufera su Meataurus si sono accontentate di fare le finaliste. Le batterie hanno avuto a che fare con il mossiere Matteucci (ex arbitro Uisp), pignolo, preciso, sostanzialmente bravo, anche se in certi momenti si è avuto l'impressione che la furbizia dei fantini gli abbia imposto di tirare per le lunghe.
Nella prima batteria dopo un'estenuante serie di bandierine bianche invalididatrici, la corsa ha visto qualificarsi Porta Bernarda, Querciola e Sant' Andrea. Fuori Torre (Foglia su Joy Guys, accusato anche di scorrettezze), San Pierino (Polvere su Bravo Abbey) e Samo (Trecciolino su Careca, contestato di brutto dai suoi contradaioli). Contestazioni per il mossiere, invece, nella seconda batteria: anche qui lunghissima sequenza di partenze false, con Aceto che comanda le operazioni, e vince. Al secondo posto Botteghe, al terzo Massarella. Eliminate Cappiano (Gigliotti su Bionica), Porta Raimonda (Cianchino su Gloria Rustica) e Borgonovo (Falchino su Bookkepper) rimaste sorprese, ma in posizione discutibile. Ad esempio, la mossa precedente sembrava valida e, per entrambe, migliore. Di quelle contestazioni del mossiere da parte di alcuni. Un contradaiolo è andato oltre il segno ed è stato costretto a fuggire, inseguito dalle forze dell'ordine, per trovare rifugio nel settore di Borgonovo. Nel lungo intervallo, momenti di tensione. Piccoli episodi cronaca. Un malore. Niente da dire, invece, sulla partenza della finale. Il mossiere ha fatto immediatamente la voce grossa e, dopo alcune scaramucce (con Aceto sempre pronto a scattare), il via ha visto Pes subito in testa. Grand Prix, dalla lunga falcata, è apparso velocissimo e imprendibile, tanto che la corsa non ha avuto storia. Se non nella tenacia di Aceto, che ha inseguito caparbiamente per tutto il primo giro, a sua volta incalzato da Imolino e da Massimino di Massarella. Pes non si è mai voltato, finchè non ha tagliato il traguardo. Aceto ha rallentato: dopo 30 anni di successi (iniziò nel 1964 al Palio di Siena) non ha voluto chiudere con uno smacco. Ad alzare il «Cencio», dipinto da Marco Neri , per Querciola è stato Marino Ceccarini, mentre il presidente Gino Colibazzi abbracciava Pes e il cavallo Grand Prix. L'ultima battuta al mossiere Matteucci: «Lo spazio per la partenza tra i canapi è inadeguato, l'ho detto in municipio un mese fa. Per il resto, Fucecchio è davvero il secondo Palio d'ltalia».

IL TIRRENO - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Lunedì 30 Maggio 1994. Pagina XV
Speciale Palio Fucecchio

Servizio di
Gianfranceschi Luciano


FUCECCHIO - Ma il Palio delle contrade è ancora una festa popolare, di tutti, o è per pochi eletti, che si divertono tra loro? È l'interrogativo posto, dopo il corteggio storico di ieri mattina, valutando il calo degli spettatori rispetto agli altri anni. Magari chi non l'ha visto, non sa che cosa si è perso, perchè tutte le dodici contrade non hanno lesinato mezzi e idee: costumi cuciti a mano, ricerche storiche, impegno di giovani per ben figurare. Ma qualcosa, comunque, andrà rivisto per ridargli vigore e farlo mantenere nella sua originalità. La cronaca. Le nubi a pecorella si diradano verso le 9.30 in punto allorchè da piazza Aldo Moro parte la sfilata (durerà due ore). In apertura,
Porta Raimonda . Celebra il Palio vinto l'anno scorso con le stagioni della vittoria e della vita: l'aurora-primavera-nascita, il giorno-estate-gioventù, il crepuscolo-autunno-maturità, la notte-inverno-morte.
La Querciola , in due quadri, si rifà ad avvenimenti politici e sociali attinenti il Padule, croce e delizia della zona. Se bonificato è vita, se ridotto a lago da pochi pesci e febbre gialla. Nobile, austera,
Sant'Andrea : il corteggio è stabile, cambiano di volta in volta gli interpreti della famiglia Della Volta e della sua corte del 1300. Tamburini e sbandieratori sempre più bravi. Dopo le polemiche della vigilia,
Cappiano ha tolto ~ all'ultimo momento ~ le camicie nere. La storia si dipana dal 1859 al 1944, nel bene e nel male: guerra e libertà. Sfilata accattivante, bella. Momenti di vita, anche agita, propone
Ferruzza : momenti storici (Ugolino Grifoni), importanti (Il censimento), movimentati l'arresto di alcuni giovani, pescatori di frodo per fame). Apertura di sfilata con impatto da applausi: vestiti veramente belli.
Il barocco mediceo viene ben proposto da Wilder Pellegrini per Torre : San Gregorio Magno sul carro personaggi accuratamente abbigliati, sia a piedi che a cavalllo, la fonte miracolosa cui tutti si rivolgono.
Anche Borgonovo si tuffa nella storia, antica, il 1300, quando il Duca di Calabria, da Firenze fa quartiere generale a Fucecchio contro Castruccio Castracani. Che spadroneggia in zona, insidiando la citta del giglio. Ricchezza di abiti e imponenza dei personaggi caratterizzano
Botteghe . Si nota il rientro in sfilata di Edo Cioni. È l'epoca aulica del granduca Cosimo de' Medici: uno che sta in famiglia e va a caccia dalle parti di Botteghe, appunto, nel cuore del Lago. Le pagine buie della storia sono la grande spcialità di
Samo . Il pittore Marco Puccinelli insiste sui reati spirituali quali l'eresia, per passare dal rogo alla tortura della ruota. Donne-strege, ovviamente, le vittime.
Anche Massarella mostra un salto coreografico con due quadri accurati: la vita del borgo e la nuova denominazione Massarella, che nel 1317 sostituì Massa Piscatoria.
Su toni elevati anche Porta Bernarda , con lo stemma della gualdrappa del capitano eseguito dalla pittrice Tamara Lucaccini. E poi la famiglia Simonetti, nella buona e nella cattiva sorte: periodo chiamato Domini Bernardi.
Il compito di chiudere il corteggio, anche quest'anno, a San Pierino . Che si mostra in forma con le vicende delle famiglie nobili (i magnati) che il Partito Popolare (siamo nel Trecento) non riesce a domare. Infine, il gonfalone del Comune e quello dei Fratres, i rappresentanti di contrada e il «cencio» ambito, realizzato quest'anno dal pittore Marco Neri .

LA NAZIONE - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Lunedì 30 Maggio 1994.
Speciale Palio Fucecchio

Il Palio di Fucecchio non si smentisce, incorona un grande Re e vede l'ammainabandiera del mitico Aceto

LA QUERCIOLA È GRANDE, PES È IL SUO PROFETA

Un'edizione quanto mai incerta e combattuta, con discussioni (e una denucia?) per le violente contestazioni al mossiere

Servizio di
Dott.Giulio Panzani


FUCECCHIO - Una vittoria sfolgorante, strappata per parecchie lunghezze all'agguerrito gruppo dei migliori di Siena. La Querciola,favorita al toto-Palio, ha rispettato i pronostici che non tutti davano per scontati, specie in presenza del cosiddetto «re di Piazza del Campo», ovvero il mitico Aceto, che in pista portava i colori bianconeri della Ferruzza. Purtroppo per quest'ultimo la sconfitta è stata cocente: in crisi nel '91, quando correndo per la Bernarda venne battuto in maniera poco lusinghiera, aveva lasciato Fucecchio per ripresentarsi quest'anno ben deciso a riscattare il passato. Invece, dopo una brillante prestazione nella batteria, la seconda, nella quale aveva lasciato indietro Botteghe e Massarella, ha ceduto terreno al suo grande rivale, il non meno noto Pes, che montava Grand Prix, un purosangue uscito vittorioso dall'ultimo Palio di Asti e quotato, dunque, per un replay nella buca D'Andrea. Forse, nella lotta certo agguerrita per il «cencio» hanno giocato le cosiddette false partenze: troppe secondo gli esperti, e in grado di sfiancare i cavalli migliori, ma non ben allenati come quello verde-arancio della piccola contrada contigua al centro cittadino. In pista, durnate l'attesa delle batterie e poi per la finale, lo stress ha fatto saltare i nervi ad alcuni: fra i giovani delle contrade che si sono, sentite penalizzate dalla «mossa» data da Giampiero Matteucci sono nate delle scaramucce immediatamente sedate dai carabinieri, che avevano disposto un efficiente servizio d'ordine. Più seria, invece, la lite fra un cavallaio senese - sembra al seguito del gruppo di Cappiano - e lo stesso mossiere: i carabinieri, che a detta di alcuni presenti sarebbero stati spintonati e forse colpiti dall'artiere, avrebbero proceduto subito dopo al fermo di quest'ultimo. Anche se non c'è almeno per il momento niente di sicuro, pare che l'artiere sia Luciano Gigliotti, fratello del fantino calligiano. Per la contrada d'oltre Usciana, dunque, quella di ieri è sicuramente stata una giornata infausta, al di là del valore e di tutto l'impegno profusi per un risultato migliore. Occorre ora vedere se l'episodio occorso all'artiere si ridimensionerà o avrà altre e più gravi conseguenze. In finale, oltre alla Querciola e alla Ferruzza, erano in corsa Botteghe, Bernarda, Sant'Andrea e Massarella: un confronto serrato e mozzafiato era del resto già stato preannunciato da tempo. Per il mossiere, che ha fatto durare la competizione ben due ore oltre il limite previsto e che è partito - come d'uso - sotto scorta, la colpa dei rinvii non è stata sua, ma del sistema del canapo, inadatto - a suo dire - a Fucecchio, in questo tipo di corsa. Una provocazione per chi gestirà il Palio '95 e dovrà rivedere, dopo le altre polemiche sulla sfilata, anche quest'aspetto della gara. Stare cinque o sei ore sotto il sole, in piedi, con il continuo batticuore, non è cosa facile e certo muove gli animi, anche i più miti, a gesti ordinariamente... impensabili.

LA NAZIONE - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Lunedì 30 Maggio 1994.
Speciale Palio Fucecchio

Commozione fra i dirigenti della Contrada Verde-Arancio

Successo "costruito" con volontà

Un'edizione quanto mai incerta e combattuta, con discussioni (e una denucia?) per le violente contestazioni al mossiere

Servizio di
Dott.Giulio Panzani


FUCECCHIO - «Abbiamo lavorato tanto, oltre l'immaginabile. Avevamo in mano buone carte, ma chi ci dava per favoriti non conosceva le nostre ansie della vigilia. Certo, la vittoria colta dopo dodici anni d'attesa, ci gratifica profondamente e ci ripaga dei tanti problemi che abbiamo dovuto superare con sacrificio ed entusiasmo». Così, a caldo, i dirigenti della Querciola commentano il successo strappato, nell'ex buca D'Andrea, in maniera inequivoca e con diverse lunghezze di distacco sugli altri. Marino Ceccarini, a fianco di Gino Colibazzi, presidente verde-arancio, ha le lacrime agli occhi per la commozione. Attorno a loro tutto il «popolo della contrada» in un agitare di stendardi, di braccia e di fazzoletti mentre al centro viene portato in alto il «pallium» dipinto da Marco Neri . La Querciola, data per favorita fino a qualche giorno fa, aveva subìto però un grave; incidente in pista durante le prove. Martina, il purosangue prescelto per il gran momento, si era infortunato alla curva della «mossa» ed era stato abbattuto. Così, all'ultimo momento, era stato sostituito da Grand Prix, un altro campione acquistato in Inghilterra due anni orsono, alla fiera di New Market e che aveva vinto ad Asti, alla grande, nel settembre scorso, e poi a Monteroni d'Arbia, di recente, dimostrandosi eccezionale. Montato da Giuseppe Michele Pes, un altro mito di Siena, anche lui, come Aceto, di origine sarda e naturalizzato toscano ascianese, alla prima batteria di qualificazione non aveva sfolgorato come alla finale e si era piazzato dopo Andrea De Gortes seguito a ruota da Casu, che correva, per la «nobil contrada» di Indro Montanelli. Ceccarini e il presidente Colibazzi garantiscono che il gioco delle partenze non ha giovato più di tanto e che la prestazione brillante era da prevedersi, salvo ovviamente accadimenti fortuiti. Ma la loro percentuale di sfortuna, quella della Querciola, l'avevano già avuta con l'incidente. Dunque: ieri c'era solamente da vincere. Anche Luigi Cardini, presidente ormai al suo ultimo mandato del comitato organizzatore, s'è detto soddisfatto di un risultato che pure è stato sofferto, non solo dai verde- arancio, per la lunga attesa che aveva fatto anche temere, ad un certo punto, per la reale possibilità di effettuare la finale in serata. «Tutto sommato, esuberanze a parte - conclude il presidente uscente - è andata bene. Siamo alla vigilia di importanti cambiamenti e l'anno venturo il Palio sarà ancora più grande. Direi che, come sempre, è stata Fucecchio, nella sua globalità e col suo grande cuore».

LA NAZIONE - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Lunedì 30 Maggio 1994.
Speciale Palio Fucecchio

I mille e duecento protagonisti, fra musici, sbandieratori, e figuranti, seguiti da una grande folla

Bello il corteo storico, forse un pò... lungo?

Un'edizione quanto mai incerta e combattuta, con discussioni (e una denucia?) per le violente contestazioni al mossiere

Servizio di
Dott.Giulio Panzani


FUCECCHIO - Un corteo storico all'insegna della cultura e della tradizione, in un crescendo di serietà e preparazione storico-flokloristica, assicura al Palio quella matrice "fucecchiese" che la corsa vera e propria rischia di mettere un attimo in dubbio vista la presenza soprattutto "senese" fra i protagonisti all'ex buca d'Andrea. Nel suo complesso, semmai, lo spettacolare corteggio che si è snodato al mattino per le strade di Fucecchio è apparso eccessivamente "lungo" nei tempi e nei modi. Erano in 1.200 a sfilare - 100 a contrada - fra musici, sbandieratori e figuranti, per cui da più parti si ipotizza, già di poter "tagliare" le fasi più statiche e ripetitive (troppo forse i tamburini e i musici), per privilegiare la teatralità e l'inventiva, offrendo così sempre qualcosa di nuovo e di curioso agli spettatori, pur nell'ambito tradizionale di una soggettistica medioevale che da sempre connota la sfilata, riprendendo le radici del vecchio castello fucecchiese.
Una nota di pacata soddisfazione è venuta dall'assoluta serenità della manifestazione. Chi si attendeva una contestazione a Cappiano dopo le artificiose polemiche dei giorni scorsi sui "quadri d'epoca fascista" è rimasto deluso. Eliminate le camice nere dei balilla, i calligiani si sono rifatti con qualche americano e alcune "segnoritas" per rappresentare quei tempi moderni che altri vorrebbero far vietare da un regolamento che, a breve, dovrà essere modificato dall'ente locale .Insomma toccherà al sindaco Mario Marrucci, che si appresta a rilevare il Palio, la patata bollente di eventuali rivoluzioni.

LA NAZIONE - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Lunedì 30 Maggio 1994.
Speciale Palio Fucecchio

FUCECCHIO - Polemiche Stop

E dalla sfilata di Cappiano spariscono le camicie nere

Servizio di
Dott.Giulio Panzani


FUCECCHIO - Sfilata di Cappiano: dopo le polemiche spariscono le camicie nere. Ad annunciarlo sono gli stessi dirigenti di contrada che pur senza rinuciare al «quadro» d'insieme sugli anni '30 preferiscono rimuovere ogni possibile causa d'impicci. Le scelte sul rinnovamento dei temi del corteo, però, non si toccano. Romanello Manzi e Patrizia Rossi concordano sull'esigenza di dare al folklore del mattino nuovi spazi fuori dalla logica medioevalistica. Sulla presenza di un Indro Montanelli giovane e tennista, poi, il presidente dell'omonima fondazione, Piero Malvolti, dà il suo ok. Anzi, in un documento demitizza la questione e spiega che parlare di apologia del fascismo, a proposito della presenza di qualche «piccola italiana», è davvero troppo in un contesto dove l'unica sottolineatura è solo di costume, di folklore e di teatralità, Semmai è su quest'ultimo problema che Malvolti punta il dito: «Penso che un allargamento del periodo storico possa rappresentare un elemento vitale del corteo, che può risultare un pò invecchiato nelle sue consuete tradizioni medioevali, e anzi serva in questo senso come fatto positivo».
Tutto ciò mentre per Marco Puccinelli, il coreografo di Samo che ha scatenato tutta la bagarre, è d'obbligo un ridimensionamento per quanto concerne l'eventuale strumentalizzazione politica che, assolutamente, non ha ragione d'essere. Invece resta la critica per un «calo» del tono storiografico, anche solo dovuto alla presenza dei figuranti in costume da truppe alleate con balli di boogie-boogie e allora - perché no? - segnoritas stile Tombolo. Ma in tal caso tutto si riconduce allo scontro all'interno del Palio e non, cioè, fuori di esso, senza che debbano intervenire partiti politici e chissà altri: «Parliamo - conclude Marco Puccinelli - solo di stile».