LA CONTRADA DI BORGONOVO HA VINTO IL PALIO DEL
28 MAGGIO 1995

LA NAZIONE - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Mardedì 30 Maggio 1995.
Speciale Palio Fucecchio

Piero Boldrini, presidente di Borgonovo, rivive "a freddo" il suo grande successo

Un Palio bello... impossibile

Intanto lo speaker ufficiale si difende, spiegando il guaio di un'ordine d'arrivo con un errore, "Fischiato", e corretto

Servizio di
Dott.Giulio Panzani


FUCECCHIO - «Si, è vero. C'erano alcune contrade gestite, per diela in parole spicciole, da scuderie e tecnici senesi. Là le previsioni della vigilia, quelle tanto strombazzate a riprorva di giochi furbeschi, sono state smentite. Abbiamo strappato una vittoria che nessuno ha potuto contestare e la corsa è stato uno spettacolo. Così bella che di più non c'è verso di trovarne. Nè ad Asti, nè a Legnano, nè altrove in Italia». Piero Boldrini, ingegnere, presidente di Borgonovo, non ha dubbi. Certo: anche lui qualche critica al mossiere la fa: Ma velatamente. In fondo, il mossiere è quasi come l'arbitro delle partite di calcio: alla fine, qualcuno che se la prende con lui c'è sempre. «La prima batteria è andata alle lunghe evidenzia il presidente - e i cavalli si sono innervositi un pò. La seconda è filata liscia fin dai primi momenti. La lezione, per chi se ne intende, mette in conto il fatto che chi entra per ultimo al canapo in seguito al sorteggio è quello che condiziona il via. Ha in pugno il gioco e lo si è visto appunto, alla prima qualificazione con la Bernarda, e alla seconda con Torre: Per la finale, stessa cosa: la Bernarda si è allineata per ultima alla mossa e in pratica è quella che ha dato il via.
Tutte le volte i vantaggi sono andati proprio a chi ha condotto, per queste ragioni, il gioco.
E il mossiere ha potuto fare poco. Si è adattato e basta».
Piero Boldrini, paliologo doc, non accetta polemiche.
«Si, un pò di tifo sanguigno non basta. Ma andare oltre è di cattivo gusto, I supercampioni? Beh, per il momento è un titolo, questo, che ci spetta. In futuro i risultati confermeranno o meno questa qualifica».
Sul problema delle Botteghe il responsabile bianco-rosso vuole chiarire il suo punto di vista: fra i due canapi qualche purosangue che tirava calci c'è stato, ma per nervosismo creato proprio dal posizionamento del doppio limite. «Ma è il Palio che è così. Altrimenti vincerebbe ogni volta quella contrada che avrebbe acquistato o ingaggiato il cavallo più costoso e qualitativamente superiore. Invece i fatti dimostrano che sono le incognite, della pista a fare arrivare per primo al traguardo un concorrente anzichè un altro.
Prendiamo il caso di Torre, che come la Bernarda non ha vinto per un pelo.
E Samo? Avrebbe avuto ugualmente le carte in regola, con Over De Sam (Over the Sun - n.d.s.) montato da Lobina.
Quando ha corso la seconda batteria, invece, ha avuto una improvvisa emorragia dal naso e non è arrivato in finale.
I casi del Palio sono questi».
E i tafferugli? Macchè. Maurizio Bolognesi, lo speaker che ha letto l'ordine d'arrivo sbagliato si difende: «Mi avevano passato le posizioni per la finale. I vincitori erano sotto. La gaffe è subito stata corretta.
E a parte qualche urlo, che semmai sarebbe spettato a chi mi aveva dato l'elenco, è finita li fra mugugni e schiamazzi».
I fucecchiesi sono persone civili. E serie. Fanno un pò di bagarre, quando ci vuole, ma sono anche consapevoli della loro dignità.

LA NAZIONE - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Mardedì 30 Maggio 1995.
Speciale Palio Fucecchio

Povero Imolino, penalizzato e "rotto"

Palio/Il presidente delle Botteghe se la prende col mossiere




FUCECCHIO - Palio: polemiche del giorno dopo. Edo Cioni, presidente delle Botteghe, spara a zero sul mossiere che con tutte le false partenze della prima batteria, quella corsa da Imolino con i colori giallo-viola, avrebbe favorito indirettamente o meno alcuni e penalizzato di sicuro chi, come appunto le Botteghe, aveva invece tutti i numeri e le speranze di vincere. «Giancarlo Matteucci - dice appunto il dirigente contestatore - ha annullato la mossa quando noi potevamo avere ottime possibilità. In questo protrarsi dei tempi Paul Leck, il nostro purosangue inglese di sei anni, un vero e proprio campione che già s'era piazzato al secondo posto l'anno scorso, è stato aggredito dagli altri e preso a calci. I cavalli di alcune altre contrade ce lo hanno massacrato: i nodelli, la coscia superiore, come chiunque può constatare, portano i segni di questa aggressione. Così, poi, quando finalmente è stato dato il via, il fantino ha fatto quel che ha potuto ma purtroppo senza fortuna». Imolino si è fratturato la tibia andando a sbattere contro una commessura delle lastre metalliche della staccionata, alla fine del primo giro di pista, in un punto nel qualche anche Paul Leck ha lasciato un pezzo di pelle del fianco destro.
Ora - afferma Edo Cioni con rammarico - il fantino perderà di sicuro l'occasione che gli si prospettava a Siena, il Palio di luglio. Fucecchio, insomma, gli è costato caro. «Per di più, pur riconoscendo a Borgonovo una vittoria meritata in pista e una corsa davvero splendida, il consiglio direttivo del mio rione - prosegue il presidente giallo-viola - ha preparato un documento di condanna unanime della tifoseria bianco-rossa. Dall'area di Borgonovo, infatti, sono subito partiti, fin dall'inizio della gara, improperi pesantissimi contro di me. Oscenità, addirittura, rivolte anche ai miei familiari e urlate col megafono. Nessuno, che io sappia, della dirigenza, si è dato da fare al fine di impedire che ciò accadesse».
La cultura del gran giorno di maggio fucecchiese - conclude Cioni - non si costruisce in questa maniera: occorre che l'agonismo venga mantenuto nei giusti limiti pena uno scadimento dell'immagine della manifestazione.

IL TIRRENO - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Lunedì 29 Maggio 1995. Pagina XI
Speciale Palio Fucecchio

Cavalieri, nobildonne, alfieri, paggetti e braccianti: applausi per tutti i personaggi in costume

Sfilata tra novità e tradizione

Spettacolare cerimonia finale sulla scalinata della magnifica Collegiata. Migliaia di persone accalcate lungo il percorso del corteggio storico. Figuranti meno stanchi grazie al tragitto accorciato. Il saluto del sindaco Talini e dell'Arciprete alla folla che ha riempito l'ex Piazza dei Caduti. Il Capitano del Popolo ha custodito il «Cencio» del Palio

Servizio di
Gianfranceschi Michela


FUCECCHIO - Un corteo storico all'insegna della tradizione ma anche delle novità. Quella principale riguarda il percorso più breve, con figuranti meno stanchi e pubblico maggiprmente concentrato lungo il percorso. Ma soprattutto una cerimonia finale degna della crescente importanza di questa manifestazione. Una sfilata che ha presentato una lunga serie di personaggi: dai cavalieri, alle nobildonne, dal clero ai lavoratori della terra. Il corteggio si è aperto con l'orgogliosa Querciola vincitrice della passata edizione; un ricco e opulento Borgonovo, la Porta Raimonda scesa a patti con Firenze; la Ferruzza restauratrice; un Cappiano peschereccio; la nobile Porta Bernarda; la semplice Massarella; i libri antichi dell'intellettuale Botteghe; un'armata Samo; la giovane e vitale Sant'Andrea; la Torre tutta fiori e frutta; infine la contrada San Pierino che ospita la rivalità di tre famiglie rinascimentali. Cerimonia finale nell'ex piazza dei Caduti, sullo sfondo della suntuosa Collegiata adornata per l'occasione. Nel cuore dì Fucecchio è stato poi ricordato, che da quest'anno il Comune è il patrocinatore e, l'organizzatore della manifestazione: ciò davanti a cinque rappresentanti per ogni contrada (alfiere, portainisegne, capitano di Contrada, e coppia di nobili), disposti sulla scalinata della chiesa come in un dipinto. Il saluto alle numerose persone presenti nella piazza è giunto dall'Arciprete della Collegiata, dal sindaco Florio Talini (accompagnato dal gonfaloniere del Comune), dal presidente del consiglio di amministrazione del Palio e dai donatori di sangue Fratres. Infine l'autorità civile ha consegnato il cencio al Capitano del popolo Simone Masotti, che lo custodisce fino al termine della corsa.