LA CONTRADA SANT'ANDREA HA VINTO IL PALIO DEL
21 MAGGIO MMXVII

Il Tirreno - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Lunedì 22 maggio 2017. Pagina XVIII
Speciale Palio Fucecchio - LA CARRIERA

Il piccolo fantino vince in scioltezza la batteria, poi in finale diventa un gigante e spezza il sogno di Torre che ha fatto un giro in testa

Servizio di
Marco Sabia


FUCECCHIO - Magnificamente, incredibilmente, prepotentemente Sant'Andrea. Ancora una volta il Palio di Fucecchio è andato alla contrada rossoverde, che così va ad appendere il suo quinto cencio nel palazzo della Volta. Assoluti protagonisti il fantino Gavino Sanna e il cavallo Tiepolo, che hanno fatto un vero capolavoro: batteria vinta di conserva e finale stravinta in rimonta, dopo che Sant'Andrea era uscita quinta dai canapi. Il fantino è stato portato in trionfo lungo il sabbione della Bucaè: i giovani lo fermavano per un selfie, i più lo abbracciavano e se lo coccolavano. Un fantino che raggiunge a malapena il metro e cinquanta (per un peso di 47 chili), in quei due giri di finale si è fatto gigante, spezzando i sogni di Torre, che con Adrian Topalli e Red Riu ha fatto un giro in testa. Una giornata andata via liscia, senza cadute in corsa ed eccessivi scontri fra i canapi. L'unico momento di tensione si è registrato al termine della seconda batteria, quando alcuni contradaioli di Botteghe e Borgonovo sono andati a contatto. Ma andiamo al merito di questa campale giornata che ha rispedito Sant'Andrea in paradiso.

Pronti, via: prima batteria. Quest'anno gli organizzatori hanno insistito molto sulla puntualità e quindi alle 16:05 le contrade della prima batteria erano già fra i canapi: Massarella, Samo, Botteghe, Torre, e Querciola di rincorsa; una batteria a cinque, vista l'assenza per infortunio di san Pierino. Il mossiere Gennaro Milone non ha dovuto sudare e dopo 10 minuti Simone Mereu (Querciola) ha dato via alla corsa: Botteghe (Massimo Columbu su Suelzu de Mores), dopo una buona partenza si è quasi subito staccata e lì le sorti della batteria sono apparse evidenti; in finale sono andate (Simone Mereu-Tale e quale), Massarella (Giuseppe Zedde-Santu Padre), Samo (Valter Pusceddu-Melantò de Aighenta) e Torre (Adrian Topalli-Red Riu). Finita la batteria sono partiti gli sfottò di Borgonovo nei confronti di Botteghe.

Seconda batteria al cardiopalmo. Qui, visto il livello dei cavalli, più che di una batteria si può parlare di finale anticipata: Porta Bernarda ( Dino Pes -Nanneddu), Porta Raimonda (Jonatan Bartoletti-Quisario), Sant'Andrea (Gavino Sanna-Tiepolo), Cappiano (Enrico Bruschelli-Contestetou), Ferruzza (Andrea Mari-Qantu Alese) e Borgonovo di rincorsa, con Andrea Chessa su Nottiifrimmesmai. La mossa è stata più complessa, vista la confusione fra i canapi: ad un certo punto il cavallo di Cappiano è stato riportato ai box per un controllo ma poi è rientrato in pista. Dopo una partenza falsa Borgonovo è entrato di rincorsa e la batteria è partita: tuttavia il cavallo dei biancorossi è stato pian piano risucchiato, a quanto pare per un infortunio muscolare, che ne ha rallentato il galoppo; particolarmente clamorosa l'uscita di Porta Raimonda, eliminata quando doveva lottare per il Palio. La batteria è stata vinta in scioltezza da Sant'Andrea, mentre Ferruzza ha fatto una grande rimonta dopo qualche incertezza. Oltre a loro Porta Bernarda e Cappiano si sono guadagnate la finale. Al termine della batteria si è verificato un acceso litigio fra i contradaioli di Botteghe e Borgonovo, sedato in pochi minuti dai dirigenti e dagli steward.
In otto per un sogno La finale, programmata per le 18:30, ha subito alcuni ritardi: per questo per il difficile allineamento fra i canapi e per due partenze false; inoltre il cavallo di Massarella ha avuto un problema ad un ferro. La finale si è disputata con Querciola al posto più interno, poi Sant'Andrea, Samo, Cappiano, Bernarda, Ferruzza, Torre e Massarella di rincorsa. Massarella ha esitato un pò ma quando è entrata è scattata in testa la rivale Torre, che ha sognato per oltre un giro. Poi la paurosa rimonta di Gavino Sanna e Tiepolo (proprio come il pittore del settecento) ha tolto ogni dubbio su quale fosse l'accoppiata più forte. Dietro bella rimonta di Massarella: poi Porta Bernarda, Torre, Ferruzza, Querciola, Cappiano e Samo. Tuttavia la vittoria è stato un affare a due, fra Torre e Sant'Andrea. Alla fine è iniziato il tripudio rossoverde, al coro "orgogliosi di essere insuesi", cioè abitanti della parte alta. Oltretutto Sant'Andrea ha fatto il particolare Cappotto Palio - Torneo di calcetto, lasciando le briciole alle Contrade èd'ingiù", cioè fuori dal castello medievale.



Il Tirreno - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Lunedì 22 maggio 2017. Pagina XIX

Speciale Palio Fucecchio - La gioia incontenibile

E San Cristoforo...torna a casa

Canti e pianti «È la vittoria dell'amore»

La gioia di Pellegrini e Boccongelli «Bellissima impresa, sogno realizzato»

Servizio di
Marco Sabia


FUCECCHIO - «Alla fine ha vinto l'amore per questa contrada». Michele Pellegrini , capitano di Sant'Andrea, si può fregiare per la seconda volta del titolo di vincitore del Palio; d'altronde, da quando è capitano, la sua contrada quando non ha vinto si è sempre piazzata nelle prime posizioni.
Poi, a Fucecchio direbbero "batti e ribatti", il cencio , torna in contrada: «Abbiamo realizzato un sogno - raconta Pellegrini - un qualcosa che racconteremo ai nostri figli e nipoti. Un'impresa...bellissima». Pellegrini ha raccontato che non si aspettava assolutamente di vincere: «Nel Palio ho imparato che serve l'umiltà, che bisogna lavorare a testa bassa perchè le sorprese sono sempre dietro l'angolo; e infatti la partenza lo è stata, perchè pensavo di uscire primo ed invece mi sono trovato quinto; poi Sant'Andrea c'ha messo una mano»
Per Gavino Sanna e Tiepolo è pronto un monumento, metaforicamente parlando. Nel cencio c'era anche san Cristoforo, il cui affresco sta nella piazza principale di sant'Andrea. Sembra un segno del destino: «Ci sono tanti segni in questo Palio ma credo che abbia vinto l'amore per la contrada. Ci coccoleremo questo cencio per i prossimi vent'anni».
Il governatore Jenny Boccongelli, invece, non riusciva praticamente a parlare. Una corsa a perdifiato, tra lacrime, abbracci, urli. Ha il fiatone, ma quel fiatone che arriva quando sai di aver sofferto per una grande vittoria:«Dedico questa vittoria alla contrada, a tutti quelli che c'hanno creduto. Nel discorso della cena della vigilia aveveo detto che un vero vincitore è un sognatore che non molla mai e che non smette mai di crederci. E la nostra contrada è questo: non smettiamo mai di credere in noi stessi e l'abbiamo dimostrato ancora una volta a tutti quanti e per questo voglio gridarlo a gran voce: forza Sant'Andrea, viva Sant'Andrea sempre».
Fuori dalla buca, invece, il barbaresco Andrea Pellegrini (fratello del capitano) a petto nudo ha portato il cavallo in trionfo, fra due ali di folla che lo incitavano, in attesa di riportarlo alla stalla.
Tutt'attorno cori, canti, pianti di gioia: il Palio è questo e quando uno vince si lascia andare per quello che è. Un clima di festa che non hanno potuto vivere le contrade che partivano favorite, come Ferruzza e Porta Raimonda. Ma si sa: nel Palio c'è un solo vincitore e il secondo è soltanto il primo degli ultimi. Il Palio di quest'anno parla "insuese", per tutte le altre appuntamento al prossimo anno.



Il Tirreno - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Martedì 23 maggio 2017. Pagina XV

Speciale Palio Fucecchio - PROMOSSI E BOCCIATI

San Pierino vincitore morale
Flop di Raimonda e Ferruzza

Dietro la lavagna anche Botteghe, che si consola con l'eliminazione della rivale

Ok Torre e Massarella, Milone non convince pienamente.

Bene l'organizzazione

Servizio di
LE PAGELLE
di Marco Sabia

BORGONOVO - Voto 5,5 Sull'eliminazione ha influito l'infortunio del cavallo Nottiifrimmesmai ma sicuramente la contrada doveva - e voleva - andare in finale, anche perché Botteghe era già fuori. La sorte era stata benevola alla tratta ma non lo è stata in buca. Con Notti in finale sarebbe stato un altro Palio per i biancorossi: occasione sfumata.

BOTTEGHE - Voto 4,5 Suelzu de Mores si è rivelato il cavallo meno performante e Massimo Columbu - al rientro dopo una squalifica decennale - ha avuto poco margine di miglioramento. La contrada alle 16:16 era già eliminata: unica consolazione il godimento per l'eliminazione della più quotata avversaria. Tuttavia il cencio rimane una chimera, la finale manca dal 2013 e la dea bendata sembra aver voltato le spalle ai gialloviola

CAPPIANO - Voto 7 Alle fine ha "asciugato un bel bucato": la monta di Enrico Bruschelli ha fatto la differenza, con questi colori il figlio di Trecciolino si trasforma. Da possibile Contrada purgata agli sfottò nei confronti della rivale, che avrebbe dovuto vincere.

FERRUZZA - Voto 5 La grande sconfitta: ancora una volta Andrea Mari non riesce a convincere a Fucecchio mentre Qantu Alese è parso macchinoso nel prendere il giusto ritmo di galoppo. Sicuramente, visto il materiale a disposizione, si poteva fare molto meglio. Permane la cuffia della nonna.

MASSARELLA - Voto 8 Dati eliminati in partenza, Gingillo e Santu Padre rimandano al mittente le critiche e si piazzano secondi. La dimostrazione che il Palio si corre la domenica, non il mercoledì dopo la tratta. Unica sfortuna è che Gingillo, pur entrando con Torre parzialmente fuori posizione, si trova la rivale in testa alla prima curva e per oltre un giro. Alla fine, però, gli arriva davanti.

PORTA BERNARDA - Voto 7 Dino Pes e Nanneddu si confermano due certezze del Palio. Vanno in finale in una batteria ultra-competitiva, mentre la rivale scompare nelle retrovie. Contrada solida, probabilmente ha fatto il massimo. Pes è troppo sottovalutato, su Nanneddu ha fatto un lavoro di fino.

PORTA RAIMONDA - Voto 4,5 Non andare in finale non era nemmeno preventivabile: eppure accade e la Capitana si trova a sperare di non essere purgata dalla nemica Porta Bernarda. Bartoletti ha mantenuto la promessa di vestire la giubba della Capitana pur sapendo della morte dell'amico proprietario Olindo Pinciaroli avvenuta il giorno prima.

QUERCIOLA - Voto 6 Senza infamia e senza lode: buona batteria, finale anonima. Di pi&urave; non era possibile col materiale a disposizione. Contrada comunque sempre presente, Mereu ha vinto nel 50% dei palii corsi (3 su 6).

SAMO - Voto 6 Stesso discorso di Querciola, Valter Pusceddu fa quel che piò col cavallo più anziano del lotto. L'entusiasmo della Contrada era alle stelle ma non è bastato per spingere Pusceddu e Melantò de Aighenta verso il sogno. In crescita dopo due eliminazioni in batteria.

SAN PIERINO - Voto 10 Applauditi da tutti, vanno in Buca in massa anche se sanno già che non parteciperanno. Ritirando il cavallo Quintana roo leggermente infortunato dopo la tratta si guadagnano il titolo di vincitori morali di questo Palio.

SANT'ANDREA - Voto 10 Poco da dire: Gavino Sanna dimostra che a Fucecchio i fantini da ippodromo hanno una marcia in più, partendo dal peso decisamente inferiore; il resto ce lo mette il cavallo Tiepolo, sorprendentemente veloce e costante. Una contrada che è sempre in lizza per vincere, anche quando non parte favorita. I dirigenti non si inventano niente, fanno una corsa lineare e portano a casa il cencio grazie alla spettacolare accoppiata Sanna-Tiepolo

TORRE - Voto 8,5 Premiata la coraggiosa scelta della capitana Denise Cei di puntare sul debuttante Adrian Topalli, che fa addirittura un giro in testa in finale, prima di essere ripreso da Sant'Andrea. È l'unica che non parte dritta in finale, ciononostante Topalli come un gatto riesce a girare il cavallo Red Riu e ad andare primo: è uno dei gesti tecnici più ragguardevoli di tutta la giornata. L'ostracismo pluriennale nei confronti di questo fantino albanese si è rilevato immotivato. Si può fare un ottimo Palio anche senza affidarsi ai "giri senesi" (viziosi - n.d.s.)

GENNARO MILONE - Voto 5,5 Non commette errori marchiani ma le mosse della prima batteria e della finale non sono sembrate perfette. Soprattutto in finale Torre parte parzialmente girata rispetto alle altre; dalla sua c'è che la mossa la dà la rincorsa, non il mossiere, e in quel caso Massarella (di rincorsa) aveva tutto l'interesse a danneggiare Torre. La miglior prestazione del mossiere di Legnano rimane quella del 2014.

ORGANIZZAZIONE - Voto 7,5 La settimana del Palio è filata via liscia e non si sono registrate problematiche particolari. Bene insistere sulla puntualità per batterie e finale, così da guadagnare tempo, memori di quanto accaduto l'anno scorso con lo slittamento al giorno successivo. Affluenza di pubblico costante per tutti gli eventi.

GIUSEPPE ZEDDE E MATATO - Voto 10 Un palio da padroni assoluti, Gingillo mantiene una concentrazione mai vista. A testa alta dritto al traguardo, porta il cencio in contrada dopo un anno di ritardo. In grande risalita.



Speciale Palio Fucecchio - LE REAZIONI - I

Un trionfo con doppia dedica

«Alla contrada e a Melania»

Il fantino eroe di Sant'Andrea

Servizio di
Marco Sabia

FUCECCHIO - «Dedico la vittoria alla contrada Sant'Andrea che ha creduto in me e alla mia ragazza Melania Picone. Noi fantini siamo sempre lontani da casa, il nostro è un lavoro difficile e pericoloso; nonostante questo lei mi è sempre vicina e mi sostiene».
Gavinio Sanna , il giorno dopo la sua impresa con la giubba rosseverde, è:«Un pò me l'aspettavo, perché Tiepolo è un cavallo intelligente, che mi ha dato fiducia e mi ha risposto ogni giorno sempre meglio. In finale, dopo esser rimbalzato sul canape, sono partito tra gli ultimi, però sapevo che quelli davanti non avrebbero retto quel ritmo, per cui ho deciso di gestire il cavallo in vista di un secondo giro a tutta. Anche perché serve un grande motore per fare due giri su una pista del genere». Per Sanna è la prima grande affermazione nel mondo del Palio:«È più di una vittoria: la Contrada ha creduto tantissimo in me, mi sono venuti a cercare, mi hanno aiutato, mi hanno spiegato come funzionava il Palio; per me sono degli amici. Abbiamo lavorato bene e poi la fortuna ci ha dato una mano; d'altronde quando si lavora nel modo giusto i risultati arrivano di conseguenza». Gavino Sanna, fantino d'ippodromo, è alla sua prima vittoria su due partecipazioni a Fucecchio.


Speciale Palio Fucecchio - LE REAZIONI - II

Lo starter si dà la sufficienza

«Non ho danneggiato nessuno»
Così dal verrocchio

Servizio di
Marco Sabia

FUCECCHIO - Gennaro Milone si dichiara soddisfatto del suo operato di mossiere:«La prima batteria è stata semplice, le posizioni sono state rispettate e siamo partiti in rapidità. Nella seconda batteria, che sembrava complicatissima, alla fine sono partiti tutti, nonostante ci fosse tantissima tensione. Qui ho avuto la chiara percezione di chi avrebbe vinto, perché l'accoppiata Sanna-Tiepolo era un passo avanti a tutte le altre e ha fatto una batteria in totale scioltezza. Poi è arrivata la finale. Ferruzza tendeva a schicciare tutti all'interno, Cappiano a stare lontano dal canape; nonostante questo i fantini sono stati molto professionali, non c'è stato astio e non ho dovuto richiamare nessuno».
E la mossa della finale? «L'unica che veramente avrebbe potuto soffrire era Torre, perché era girata di lato quando è entrata Massarella, che d'altronde faceva il suo gioco. Però il fantino di Torre ha fatto un numero incredibile, da gatto, girando il cavallo e arrivando in testa alla prima curva. Il Palio mi è piaciuto, a parte Botteghe tutti gli altri cavalli potevano giocarsela e si è visto. Il mio compito era quello di non danneggiare nessuno e credo di averlo assolto. Mi do una sufficienza piena».

Speciale Palio Fucecchio - LE REAZIONI - III

Daniele Cei si gode il successo

«Orgogliosi del pubblico»

L'assessore in cabina di regia

Servizio di
Marco Sabia

FUCECCHIO - La macchina comunale che sta dietro all'organizzazione del Palio quest'anno ha funzionato senza evidenti pecche. L'assessore al Palio Daniele Cei ha voluto rimarcarlo: «Già da monte siamo partiti bene, consci delle criticità che si sono verificate. Per questo insieme alle Contrade abbiamo lavorato per trovare delle strategie affinché ci fossero più cavalli, come ad esempio aumentare i montepremi. Le corse di primavera sono state concordate per evitare i problemi degli anni passati: questo ha portato ad avere due giornate di corse di cavalli. Oltretutto il tempo - e non è poco - ci ha sempre voluto bene. Per quanto riguarda la settimana del Palio ci siamo stupiti ogni giorno di più di quanta gente ci fosse: dal Palio in gioco a tutti gli eventi collaterali che precedono la corsa, il paese è sempre stato invaso dalla gente. In buca, poi, abbiamo messo in campo delle migliorie: dal macchinario specifico per rendere omogenea la pista alla sicurezza degli animali. Alla fine si può dire che è andato tutto bene. Infine voglio fare un applauso a san Pierino e ai popoli di contrada che si sono dimostrati così solidali».


Il Tirreno - Cronaca di Fucecchio
Fucecchio lì, Martedì 23 maggio 2017. Pagina XV
Speciale Palio Fucecchio - DOPO PALIO

Ucciso veterinario era il proprietario del cavallo Pasteur

FUCECCHIO - Giallo nel mondo dei cavalli: un veterinario di 53 anni, Olindo Pinciaroli, morto accoltellato lungo una strada di campagna di Osimo (Ancona). I carabinieri hanno fermato il suo collaboratore, Valerio Andreucci, di 23 anni. Pinciaroli era conosciuto anche nell'ambiente paliesco di Fucecchio: Pasteur , uno dei suoi cavalli, ha preso parte alla corsa in Buca d'Andrea nel 2013 per la contrada Borgonovo e aveva preso parte, ad esempio, anche alle corse di primavera dello scorso anno. Inoltre, Pinciaroli aveva uno stretto legato con Bartoletti, tra i protagonisti dell'ultima carriera fucecchiese con Porta Raimonda: il fantino, infatti, allenava i cavalli della vittima, tra cui lo stesso Pasteur. Il veterinario era molto noto nel suo campo. I colleghi lo ricordano come un professionista "serissimo, molto preparato, lui stesso allenatore di cavalli". Operava presso ambulatori di Macerata, Sambucheto, Potenza Picena, Recanati. Numerosi i circoli ippici che si rivolgevano a lui; il professionista curava anche animali di piccola taglia.



Il Tirreno - Cronaca di Fucecchio

Fucecchio lì, Mercoledì 24 maggio 2017. Pagina X
Speciale Palio Fucecchio - DOPO PALIO

San Pierino si rialza: «Orgogliosi degli elogi
grazie di cuore a tutti

Il presidente Cioni: «Le lacrime? Siamo gente spontanea
giusto ritirare Quintana roo: pronti a pagare le cure»

Dalla gioia della tratta al dolore dell'infortunio al cavallo, fino alla solidarietà di tutti i popoli. Ora c'è tanta voglia di ripartire

Servizio di
Marco Sabia


FUCECCHIO - Ho pianto davanti a centinaia - se non migliaia - di persone. Lo ha fatto insieme ai ragazzi della sua contrada, ma ora è venuto il momento di guardare avanti, di trarre positività e spinta dalla delusione di non aver corso. Anche perché la contrada san Pierino - scegliendo di non correre per non aggravare le condizioni della cavalla Quintana roo - si è guadagnata un'infinita serie di attestati di solidarietà
Massarella, ad esempio, alla fine della sfilata ha fatto passare sotto le proprie bandiere i figuranti di san Pierino; una sorta di onore alle armi, per farla breve. Altre contrade, invece, hanno omaggiato gli amici d'oltrarno in vari modi. Protagonista della vicdenda è stato il presidente di san pierino Federico Cioni , che vuole ringraziare tutti:«Devo dire grazie all'amministrazione comunale e al cda dell'associazione Palio per il sostegno nei nostri confronti. E, ovviamente a tutti i nostri contradaioli, che hanno dimostrato onore e dignità; un grazie di cuore anche alle altre contrade. Abbiamo ricevuto un sacco di elogi e di compliemnti, sinceramente non me l'aspettavo. Alla fine abbiamo "soltanto" preso la decisione che ci sembrava più giusta per le condizioni dell'animale». Il Palio di san Pierino, quest'anno, è durato soli pochi minuti: dall'esultanza per aver ottenuto in sorte Quintana roo - uno dei soggetti più accreditati - alla disperazione per l'infortunio occorso all'animale (ferito alla testa) poche decine di metri più in là, mentre veniva caricato sul trasporto per essere portato alla stalla.
Momenti che Cioni ricorda ancora perfettamente: «Ho visto gli addetti ai lavori mettersi subito le mani nei capelli, segno che qualcosa era successo. A quel punto abbiamo deciso di portare l'animale alla stalla, per decidere cosa fare. Il nostro veterinario era perplesso e noi eravamo preoccupatissimi, perché iniziavamo a capire le conseguenze di quanto accaduto. Abbiamo atteso 12 ore, l'abbiamo ricontrollato ma non c'erano segni di miglioramento, così abbiamo chiesto l'intervento della commissione veterinaria del CdA, che ha redatto un verbale. La sera stessa - eravamo al giovedì - abbiamo convocato un'assemblea straordinaria per decidere cosa fare, cioè non correre. Nonostante questo abbiamo voluto prendere parte a tutti gli appuntamenti della settimana, oltre a fare comunque la cena della vigilia». Il ritiro del cavallo è diventato ufficiale il giono seguente, anche se l'animale non aveva partecipato alle prove obbligatorie del giorno prima. Quintana roo non ha riportato gravi infortuni ma i tempi erano troppo stretti affinché potesse recuperare per la corsa. Ora la cavalla è a riposo e Cioni ha promesso che la contrada le starà vicino:«Se sarà necessario mettere mano al portafoglio per le cure necessarie lo faremo sicuramente. Dobbiamo farlo, perché ci sentiamo responsabili. L'importante è che ora si riprenda del tutto». Cioni, tuttavia, è diventato involontario protagonista di questa edizione del Palio per le lacrime durante la cerimonia della vestizione e firma dei fantini. Un evento a cui la contrada ha preso parte, nonostante non avesse il fantino da presentare. Cioni a quel punto ha preso il microfono in mano, ha ringraziato tutti e poi si è commosso, liberando le sue lacrime. Stesso discorso per le due giovani ragazze che lo accompagnavano con scudo e bandiera: «Perché ho pianto? Beh, è da mercoledì che piango, come tanti di noi. Già sapevo che mi sarei commosso; volevo con tutto il cuore che la contrada vivesse un grande Palio, magari vincendo. E tutt'ora se ci penso e mi viene da piangere. È andata così, le nostre sono state lacrime spontanee. Un momento triste ma sincero: ci hanno definiti vincitori morali e questo mi ha fatto molto piacere. Ora, però dobbiamo ripartire traendo linfa vitale e positività da quello che ci è accaduto, in vista del prossimo Palio».
Dulcis in fundo San Pierino, che ieri sera sapeva che sarebbe arrivata Sant'Andrea per il classico giro della vittoria, ha fatto trovare loro un piatto di pasta già pronto. La conferma che un pezzo di Palio l'ha vinto anche San Pierino.



Il Tirreno - Cronaca di Fucecchio
Fucecchio lì, Martedì 24 maggio 2017. Pagina X
Speciale Palio Fucecchio - DOPO PALIO

Buca stregata per i fantini protagonisti a Siena

FUCECCHIO - Ingaggiare i fantini che si lottano il predominio in piazza del Campo a Siena per vincere il Palio di Fucecchio è una strategia che difficilmente premia le contrade.
Dal 2000 ad oggi, da quando si è passati dall'ingaggio alla tratta dei cavalli, soltanto in pochissimi casi hanno vinto i fantini sulla breccia dell'onda a Siena.
Fino al 2000, invece, i vari Giuseppe Pes, Dario Colagè Andrea Degortes e Salvatore Ladu erano fantini che andavano per la maggiore e che - soprattutto - riuscivano a riportare il cencio in contrada. Ma all'epoca il Palio era completamente diverso, la contrada coltivava i rapporti col fantino e con lui si andava a trovare il cavallo. Oggi, con la tratta, è tutto diverso: detto che negli ultimi anni a farla da padrone sono stati i fantini provenienti dall'ippodromi (3 volte Simone Mereu, una volta Gavino Sanna), è evidente come i "big senesi" a Fucecchio non riescano ad incidere. Sarà la pista, che ricorda più un ippodromo che una piazza da Palio, fatto sta che montare un big non significa aumentare le proprie possibilità di vincere, anzi. Nel 2000 vinse Salvatore Ladu , che sparò uno degli ultimi colpi della sua infinita classe; nel 2005 vinse Giovanni Atzeni , che però era in rampa di lancio; nel 2012 e 2016 è toccao a Giuseppe Zedde , forse l'unico che riesce a "dividersi" fra Siena e Fucecchio. La monta del fantino "di piazza", però, fa sempre gola: si pensa che il suo "potere politico" possa fare la differenza ma il discorso è più complicato. Già a livello di peso corporeo i fantini senesi pagano 10 o 20 chili ai fantini da ippodromo e questo fa la differenza, come dimostra lo spettacolare secondo giro di Gavino Sanna, un fruscello. Difficilmente, poi, due big in due contrade rivali riescono a "purgarsi", per mille motivi. Andrea Mari , Giovanni Atzeni , Luigi Bruschelli , Jonatan Bartoletti , a Fucecchio fanno fatica - una vittoria in quattro - mentre a Siena mettono insieme 27 vittorie (5 Mari, 5 Atzeni, 13 Bruschelli e 4 Bartoletti). Due Palii simili a livello di eventi e cerimonie - con le dovute proporzioni - ma che si stanno differenziando per quanto riguarda i fantini più adatti.



Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII Carriera MMXVII


Il Tirreno - Foto by Il Tirreno (Agenzia Sestini)
Gonews - Foto by Veronica Gentile & Andrea Lotti
La Nazione - Foto by Gianni Nucci





Programma Passeggiata storica
MMXVII




BORGONOVO
Scudo Borgonovo

L'uomo e la donna nel XV secolo

Fino al Rinascimento l'idea dominante rimarrà quella di una disuguaglianza di fondo nelle capacità intellettive e nella "funzionalità" dei due sessi rispetto ai ruoli sociali.
Ciò si dimostrava già dalla nascita, quando l'arrivo di un maschio o di una femmina veniva accolto in maniera opposta.
Successivamente le giovani ragazze imparavano a leggere, a scrivere e le qualità fondamentali per una buona gestione della casa. I ragazzi invece si dedicavano alla caccia, attività da sempre praticata dalle famiglie in alto rango.
Momento centrale della vita sia dell'uomo che della donna era il matrimonio , ritenuto il passaggio dalla gioventù all'età adulta per entrambi. Gli interessi e le strategie di alleanza del gruppo familiare avevano prevalenza sui dei ragazzi, i quali non avevano possibilità di scelta e si trovavano ad essere uniti da un contratto matrimoniale.
La parte iniziale della passeggiata , dà spazio alle insigne di Contrada, il Portascudo e Portabandiera, contraddistinte dallo stemma e dai colori bianco e rosso, seguite dagli emblemi della corsa, casacca e zucchino, che precedono il Gruppo Musici e Sbandieratori.
La seconda parte , vede la messa in scena del tema di sfilata , dove l'intento principale è quello di rappresentare come due universi distinti din dalla nascita, quello maschile e quello femminile, si ricongiungano nel matrimonio. il quadro si apre con una rappresentazione gioiosa della primissima fase della vita , in cui bambini e bambine giocano spenserati sotto l'occhio vigile delle balie, pronte a guidarli fino all'adolescenza. Dal quel momento in poi i due mondi si separano, per creare due individui distinti per maniere e stili di vita.
Il secondo quadro vuole evidenziare come le attività svolte da entrambi i sessi fossero così diverse tra di loro; da una parte il ragazzo che si avvicina al mondo adulto, dando prova del suo coraggio ed abilità nell'arte della caccia e dall'altra la ragazza che sviluppa le doti necessarie per governare la casa ed essere una buona moglie in futuro.
Nell'ultimo quadro i genitori dei futuri sposi stabiliscono un contratto matrimoniale , che porterà all'unione di due famiglie. Il raggiungimento di tale accordo è rappresentato dalle due coppie di genitori che sfilano affianco e dal paggio che mostra la pergamena con il contratto stipulato.
Segue il paggio con un forziere di fiorini, simbolo della dote della fanciulla,accompagnato da due dame ai lati. Nell'ultima parte, il matrimonio ormai celebrato dal prelato che indossa dei paramenti dorati, viene festeggiato con un banchetto nuziale, in cui gli sposi al centro della scena brindano alla loro unione circondati da coppie di invitati e servitori.

BOTTEGHE
Scudo Botteghe

Alla riscoperta della terra e dei suoi frutti.
Le Botteghe rende omaggio alla sua cultura contadina

Come ben sappiamo le Botteghe, grazie alle sue bellezze e caratteristiche, era una meta molto gradita da Cosimo I de'Medici . Egli era molto attratto da questi luoghi, così da investire ingenti Egli era molto attratto da questi luoghi, così da investire ingenti capitali nell'acquisto di terreni riuniti in unità poderali ed organizzati in fattorie.
Questi insediamenti rurali, che comprendevano svariate strutture, erano spesso date in concessione ad una famiglia del territorio. In questo periodo quindi ci troviamo davanti ad una agricoltura caratterizzata dalla mezzadria e che vedeva i contadini sempre più impegnati nella coltivazione dei campi, dei vigneti e nella cura degli animali. L'agricoltura del mezzadro era organizzata in modo che il contadino non rimanesse tempo per oziare poichè tutta la giornata era scandita dal lavoro. Tutta la famiglia partecipava al lavoro con compiti e mansioni diverse ma tutti orientati ad ottenere la maggior resa possibile della terra. Le famiglie contadine avevano un regime alimentare molto povero, era loro interesse trarre dalle proprie terre il maggior numero di prodotti di cui avevano bisogno, per poter sfamare tutti i componenti della famiglia. Nelle loro terre, i contadini coltivavano una vasta varietà di verdure, potevano far conto su legumi, grasso, in rare occasioni piccole quantità di carne ed infine utilizzare i sale, che esaltava il sapore e permetteva di conservare gli alimenti essiccandoli. I contadini erano molto attenti alla conservazione degli alimenti, si adoperavano infatti a usare varie tecniche di conservazione del cibo : essiccazione, salatura e marinatura. Nel corteggio storico che presenteremo potrete assistere a varie scene di vita quotidiana del tempo: dal contadino che lavora e valorizza il proprio appezzamento di terra, la raccolta dei frutti, la suddivisione del raccolto con il padrone, la conservazione del poco cibo che avevano a disposizione fino ad arrivare alla consumazione di un pasto caldo a fine giornata. Una finestra che si affaccia su una vecchia realtà che non si limitava a produrre benefici economici ma si scopriva capace di rispondere ad alcuni bisogni della società attraverso la difesa del territorio e il rispetto dei ritmi della terra.
I. Ad aprire la sfilata una coppia nobile rappresentante Cosimo I de' Medici e Eleonora di Toledo.
II. A chiusura del corteo storico, una scena di vita quotidiana: un contadino, che dopo una dura giornata di lavoro, trangugia il suo pasto umile.

CAPPIANO
Scudo Cappiano

Potere, Lussuria e Carità.
La Chiesa nel rinascimento

Il Rinascimento fu l'epoca dello spirito, sospesa tra cielo e terra, tra divino e profano. Pico della Mirandola sosteneva che "L'umanità aspira al cielo ma i suoi piedi restano nell'argilla". La potenza della Chiesa era grande, gran parte del potere politico ed economico era concentrato nelle sue mani. Figura di spicco in rappresentanza di questo periodo è Papa Leone X , amante dell'arte e dei piaceri, con uno stile di vita più improntato all'aspetto laico che a quello apostolico. Viene rappresentato in tutta la sua magnificenza sulla sedia gestatoria portato a spalla dai suoi dignitari.
Nel 1517 Leone X emanò la predicazione delle indulgenze. I ricchi tramite le indulgenze di pagavano il Paradiso .
Cardinali, vescovi e abati vivevano come Principi del loro tempo, nel godimento dei piaceri terreni .
A Fucecchio, la Signoria ducale si trovò a richiamare i monaci e le monache dei vari Monasteri affinché si occupassero della loro spiritualità. Rappresentiamo le vicessitudini di Suor Fiammetta degli Aldobrandi minacciata e perseguita dalle altre monache. In risposta a questa perdita di sentimento religioso, nasceva un nuovo clima spirituale che partendo dagli ambienti più colti si espandeva anche a livello popolare.
Molti fedeli, vescovi, sacerdoti e credenti erano testimoni di una fede convinta.
A Fucecchio si fondarono oratori, congregazioni, compagne della carità; il loro impegno era mirato all'assistenza dei bisognosi e alle opere caritatevoli.
La Compagnia della Madonna della Croce chiamata anche Compagnia dei Frustati Bianchi .
I confratelli indossavano una cappa bianca e in occasione della processione della Settimana Santa si frustavano a vicenda per immedesimarsi nella sofferenza di Gesù.
La Compagnia di san Rocchino detta anche dei Pomposi vestiva una cappa di colore verde e gestiva un piccolo Oratorio dove veniva celebrata la Messa a favore degli appestati.
La Compagnia di san Giovanni Battista gestiva un Ospedale che forniva alloggio ai miserabili.
La Pieve di Cappiano aveva la funzione di ospedale luogo riservato all'accoglienza dei pellegrini e dei bisognosi. Per un periodo fu gestita dall'ordine dei Cavalieri del Tau, che proteggevano i pellegrini che si avventuravano lungo l'impervio cammino della Francigena. Alla fine vera santità Cristiana non era altro che la Carità pienamente vissuta dai più semplici.

In evidenza:
- L'imponenza di Papa Leone X
- La fragilità di suor Fiammetta

FERRUZZA
Scudo Ferruzza

1516 - Arrivo di Madonna Clarice De' Medici a Fucecchio

La sfilata della Contrada Ferruzza rievoca l'arrivo a Fucecchio nel 1516 di Clarice De' Medici, figlia di Piero De' Medici e di Alfonsina Orsini, quindi nipote di Lorenzo De' Medici
In quella occasione il Comune di Fucecchio si offrì di pagare tutte le spese necessarie alla accoglienza e al suo soggiorno, "Qui da pié s'anoteranno tutti quelli che portarono la Illustrissima Madonna Clarice figlia del Magnifico Piero de' Medici et sorella del signor duca Lorentio de'Medici, nipote della S del N.S. Papa Leone".
Nei documenti troviamo i nomi di cittadini reclutati dietro compenso come portatori, "mandati dal Comune di Fucecchio et dectono loro soldi 10 e la per dì 2 portoralla nella leticha", ma anche coloro che avrebbero servito come fabbri o procurato paglia e fieno per le bestie dl suo seguito. Sono citati inoltre uomini deputati a presentare in omaggio dei capponi e un " Donzellino che andò a cercare pescio - fu pagato soldi 8"
La sfilata si apre con il banditore che annuncia l'arrivo di madonna Clarice in Fucecchio. Lo segue Clarice, in abito chiaro, con le cortigiane, gli attendenti, i portatori con la citata "leticha" ed una scorta di armati. Vengono poi gli Anziani rappresentanti del governo del Comune e coppie di nobili fucecchesi giunti ad omaggiare l'illustre madonna.
Immaginiamo che ad accogliere Clarice ci fossero anche rappresentanti del clero per lo svolgimento di una messa solenne.
Certamente Lei si sarà fermata in preghiera davanti all'immagine della Vergine Maria Ferruccia, cara ai fucecchiesi e della quale si diceva avesse compiuto miracoli.
Il culto mariano era stato rilanciato dalla famiglia Medici e Lorenzo il Magnifico, nonno di Clarice, secondo recenti studi potrebbe ave avuto un ruolo nelle vicende di quell'opera commissionata dal Podestà Antonio Ferrucci. L'affresco si presentava allora con un "uscio" a due sportelli commissionato per la protezione del dipinto dall'acqua della fonte adiacente.
Di lì a poco ebbe inizio la costruzione dell'attuale Oratorio della Vergine Ferruccia (1517-1519).
Segue la moltitudine del popolo.
Una folla di curiosi, uomini, donne e bambini a prender l'acqua alla fonte della Vergine.
Ci sono mendicanti e pellegrini in sosta che la Francigena conduceva proprio dinanzi all'immagine della Madonna.
Tra loro anche gli incaricati dal Comune a presentare paglia, fieno, capponi e pesce per servire madonna Clarice de' Medici.

MASSARELLA
Scudo Massarella

La sfilata si apre con la bandiera, simbolo per eccellenza della contrada. Subito dietro vengono lo scudo, il Capitano e il gruppetto degli armati, a protezione della coppia di nobili e delle damigelle con casacca e zucchino. Il gruppo musici e sbandieratori introduce il tema storico.

L'alimentazione in Padule e nei boschi delle Cerbaie alla fine del 1700.

Fin dal medioevo l'alimentazione a Massarella era legata ai prodotti della zona palustre.
Agricoltura, allevamento, peca e caccia fornivano il sostentamento alle famiglie.
Ma gabelle e imposte comunali rendevano poco redditizia la pratica delle ultime due voci, in quanto le concessioni erano rilasciate a consorzi, che trattenevano gran parte dei guadagni delle attività
I coltivati costituivano quindi la voce più notevole nei pasti dei massigiani, con uova e formaggi, prodotti dei pochi animali da cortile, mentre la farina di castagne integrava quella, scarsa, di grano.
La condizione iniziò a migliorare alla fine del XVIII secolo, quando i benefici della bonifica Leopoldina del 1782 si fecero evidenti. I primi effetti si riscontrarono nell'aspetto sanitario, mentre la maggior quantità di terreni coltivabili permetteva delle eccedenze, che i contadini potevano vendere, con introiti in denaro che consentirono alle famiglie di permettersi una certa varietà nei cibi. Non era infatti più vendere tutto il risultato delle battute di caccia e pesca così questi alimenti iniziarono a farsi frequenti nei pasti quotidiani, mentre prima erano riservati solo a ricorrenze speciali: anguile e lucci, carne e cacciagione arricchirono così l'alimentazione dei Massigiani, apportando quella varietà di nutrienti, che unita alle migliorate condizioni di vita, favorirono il definitivo sviluppo della zona . Fu in quel periodo che i piatti che prima erano cibo forzato iniziarono a diventare caratteristici; uno su tutti è la zuppa di pane , ancora oggi nella tradizione di Massarella. Quella che era fin dal medioevo una minestra di cavolo nero e pane, si è arricchita di altre verdure, fagioli e condimenti che l'hanno portata a diventare piatto distintivo. La contrada Massarella presenta in questa edizione della sfilata una ricostruzione di come veniva realizata questa pietanza alla fine del 1700, dalla raccolta degli ortaggi fino alla cottura finale.
Fonte: " I cibi del bosco e della palude. Prodotti alimentari delle Cerbaie e del Padule di Fucecchio"

PORTA
Scudo Porta Bernarda

BERNARDA

Magiste Nellus Ser Ciati et Chele Lippi Spetialis

È durante Il XIII secolo che viene realizzata una delle più importanti Porte Medievali di Fucecchio, che apparteneva al "Dominus Bernardo Dei Simonetti" e a lui fu intitolata. Da qui nasce il nome della Nobile Contrada Porta Bernarda.
Appunto in questo contesto andiamo a "riprodurre" una sezione del Casato dei Simonetti: famiglia nobile e tra le più potenti.
Ad aprire il "corteggio" l'insegna e le bandiere ufficiali di Contrada uniti da Paggi Minori contraddistinti dalla Carriera che si disputerà a seguire, l'uno portante lo Zucchino e l'altro la Casacca. Il Porta Stendardo annuncerà l'arrivo del Gruppo Musici e Sbandieratori.
Ed ecco Notabili a sorreggere registri fiscali assieme ad un'insegna che introduce "Magister Nellus Ser Ciati", medico fisico accompagnato dalla moglie Simonetta, con le figlie Coluccia e Catalina usuali aiutare la famiglia nel mestiere natio ed unito ad allievi che "strumentalizzano" il "mestiere" da egli dettato. Di seguito lo speziale Chele di Lippis ed il suo aiutante a cui si aggiungono tre paggi decorati di "Foglie" a chiudere il quadro. L'annuncio della Porta Stendardo Simonetti introduce Paggi e Damine che presentano la Nutrice di Corte con la sua Prole seguita da damigelle di corte che presenziano l'entrata di Ser Bernardo e Donna Vanna accompagnati dai fratelli con le rispettive consorti e bambine festanti. Il frate confessore di famiglia consacrerà la famiglia. Si pongono a protezione della Nobile Famiglia il Capitano delle Guardie con il suo Corpo Armato ed il Capitano del Popolo a cavallo a cui seguono figure recanti alloro, pianta tipica per le spiccate proprietà benefiche.

PORTA
Scudo Porta Raimonda

RAIMONDA

RELIQUIE: fede, commercio e truffe

La Contrada Capitana Porta Raimonda, quest'anno vuole raccontare un aspetto della storia affascinante ma tutt'ora controverso: il culto delle reliquie
Il "corteggio" si apre con il Porta Insegne, gli alfieri con le bandiere e coppia di nobili con i colori della contrada. Raimondo da Cadorna , Capitano generale dei Guelfi seguito da una coppia di alfieri che portano le sue insegne, due bandiere realizzate con metodo antico e interamente ricamate a mano . Segue la scorta composta dai cavalieri Attaviano Brunellleschi in azzurro e Bandino de' Rossi di Firenze in giallo.
Il gruppo Musici e Sbandieratori introduce alla storia che quest'anno vogliamo raccontare...
Un gruppo di pellegrini di ritorno da Roma percorrendo la via Francigena in direzione Lucca, decide di fermarsi presso il Tabernacolo della Madonna delle Cinque Vie di Fucecchio per rendere grazie alla Vergine del provvidenziale cammino. Il gruppo composto da laici, un frate ed una suora porta con sé dei sacchetti contenenti frammenti di ossa e brandelli di stoffa che ogni tanto curiosamente tira fuori, baciandoli e pregando. Nei pressi del tabernacolo vengono avvicinati da intermediari di famiglie nobili e del clero locale, che ritenendo questi oggetti vere e proprie reliquie di Santi e martiri, iniziano, per i loro signori, la contrattazione. Possederle significa prestigio. occasioni di guadagno e protezione divina.
Ad affari fatti, alcuni abili artigiani e decoratori del luogo vengono incaricati di realizzare preziosi manufatti nei quali le "sacre reliquie" verranno poi degnamente conservate. Adesso, per rendere onore al contenuto, anche il contenitore si fa singolare e prezioso , diventando esso stesso un vero e proprio tesoro, aumentandone enormemente il valore. I reliquari sono ora pronti e vengono portati ai loro committenti che, vantandosi del loro acquisto, li esibiscono.
Anche il vescovo, per accrescere l'importanza e la fama della diocesi porta in processione uno di questi preziosi reliquiari. Viene scortato dai soldati che cercano di fermare un gruppo di malati, poveri e storpi desiderosi di toccare l'oggetto ritenuto sacro sperando di ricevere da questo benefici salvifici. Seguono dei popolani devoti in preghiera. In mezzo alla folla vi sono però anche avidi millantatori con materiali arraffati chissà dove, che vanno spacciando per reliquie autentiche: troveranno qualche "babbeo" da frodare?
...La fede comincia laddove la ragione finisce.

QUERCIOLA
Scudo Querciola

La Contrada Querciola apre la passeggiata con gli Alfieri recanti le insegne ufficiali, seguiti dal Capitano del Popolo, scortato da armati, dal Signore e la Madonna di contrada accompagnati da musici e sbandieratori. La festa di San Giovanni

La festa di san Giovanni Battista era una delle manifestazioni religiose più importanti del calendario medievale, durante la quale si esprimeva la devozione del Santo attraverso sontuosi cerimoniali ma anche attraverso riti propiziatori fortemente intrisi di superstizione e di credenze popolari.
Era una notte magica e ricca di mistero , durante la quale si raccoglievano particolari erbe che, lasciate a macerare in una bacinella d'acqua per tutta la notte, si credeva avessero il potere di aumentare la bellezza, di preservare dalle malattie e difendere dal malocchio, dall'invidia e dalle fatture. Si preparava inoltre il fugademonum , un infuso ottenuto pestando le bacche del giallo iperico, considerato un prodigioso rimedio, in grado di proteggere dagli spiriti malefici .
Per questo suo potere l'iperico essiccato e raccolto in fascine, veniva bruciato lungo le vie del paese al fine di purificare e propiziare la protezione del Santo anche per strade ed abitazioni.
Il 24 giugno, giorno della festa, si svolgeva una solenne processione cui partecipava Donna Alfonsina Orsini , con le più alte cariche del clero, accompagnate dai rappresentanti della nobiltà cittadina e dei territori limitrofi che recavano le offerte per il Santo: ceri di legname e torchietti di cera. Seguiva un carro a cui era legato un uomo, vestito di sole pelli, che impersonava lo stesso Santo. Si trattava, in genere, di un pover'uomo che veniva ricompensato, per questo scomodo servizio, con pochi danari, pane e tanto vino. Dalla sua posizione quest'uomo mangiava e beveva in abbondanza, distribuendo una parte delle offerte di cibo, al popolo festante e alle pie donne che seguivano il carro intonando preghiere e salmi in onore del Santo.
Alla solennità del giorno si univano i sollazzi e le allegre goliardie di giganti, satiri e dispettosi spiritelli che precedevano una rappresentazione della mitica Salomè , bella danzatrice che, per la seducente danza dei sette veli, ottenne in cambio da Erode la testa di san Giovanni Battista.

SAMO
Scudo Samo

Il pellegrinaggio religioso come forma di purificazione spirituale

La Contrada Samo presenta il tema del Pellegrinaggio religioso, l'atto volontario grazie al quale il fedele abbandona i luoghi conosciuti, le proprie abitudini e il proprio ambiente affettivo per recarsi in religiosità di spirito fino al santuario che ha liberamente scelto o che gli è stato imposto dalla sua penitenza. L'argomento in questione è inserito nel contesto storico che la Contrada Samo interpreta con gli abiti tipici del XV secolo .
La passeggiata si divide in due quadri rappresentanti dalle due principali vie di pellegrinaggio, collegate direttamente o indirettamente con la via Francigena. Il primo quadro rappresenta il pellegrinaggio di Roma , caratterizzato dai penitenti recanti croci o chiavi di san Pietro . Segue la pratica molto diffusa della vendita di presunte reliquie, nella fattispecie ossa o altri organi umani, da parte di popolani che millantavano che tali resti appartenessero ad un Santo. I mercanti di reliquie intercettavano Vescovi e prelati durante il pellegrinaggio, cercando di convincerli a comprarle e ad esporle nelle Chiese da loro amministrate.
Il secondo quadro raffigura il pellegrinaggio di Santiago de Compostela , contraddistinto dai pellegrini con il simbolo della conchiglia di san Giacomo, emblema di cambiamento nella loro vita. Ben visibili inoltre sono gli oggetti che li contraddistinguono: il bastone (detto bordone), la Calabaza del Peregrino , particolare zucca con la funzione di contenitore d'acqua di solito portata legata al bordone stesso, la bisaccia e i segni del santuario verso il quale sono diretti ben in vista sul copricapo o sul mantello.
Nei due quadri suore e frati intonano "O ROMA NOBILIS" e "DUM PATER FAMILIAS", canti caratteristici dell'epoca.
Intraprendere un viaggio significa mettere alla prova la propria fede di fronte a rinunce e patimenti, credendo che un tale sforzo possa cancellare i peccati e riportare sulla retta via.
È un'occasione preziosa per rendersi capaci di "sostare lungo il cammino della vita" per la conoscenza di se stessi, per un'educazione all'ascolto, al dialogo, al rispetto del diverso, alla condivisione, all'amore e alla pace.

SAN
Scudo San Pierino

PIERINO

Medioevo: mestieri e vita quotidiana del nostro territorio
Il piccolo borgo, inizialmente composto da un centinaio di persone, riunite in 18 famiglie, che dal ponte sull'Arno si estende fino ai confini con san Miniato, tra il 1300 ed il 1400 si evolve e diventa una vera e propria comunità, fino a donare al territorio stesso il diminutivo di san Pierino .
Alle attività principali a cui era dedita la popolazione, come la pesca e l'agricoltura, si affiancano nuovi "mestieri" che contribuiscono in maniera incisiva allo sviluppo ed alla crescita economica e demografica della comunità stessa. Il lavoro artigiano, la vita quotidiana di donne e di uomini, "vestono" le vie del paese, che ancora oggi porta le tracce degli antichi mestieri, dove, alcuni di essi, sono ancora oggi ben presenti e radicati. La rinnovata vitalità sociale, con le sue varie necessità, fa sì quindi che nascano nuove attività lavorative e, tra queste, si impongono i mestieri dell'alimentazione e quelli ad essa legati. È grazie a questo sviluppo, al crescente incremento demografico e alla via Francigena che attraversa in nostro territorio, che si affacciano gli antichi mestieri del fabbro e del fornaio.
La Contrada san Pierino presenta tre quadri distinti: nei primi due vengono rappresentati le antiche professioni del Fabbro e del Fornaio, che andavano acquisendo un peso economico-sociale crescente; il terzo invece riproduce la lavandaia, cioè uno spaccato di vita quotidiana del periodo medievale.

Fabbro: i fabbri lavoravano il ferro per scopi bellici, per la produzione di armi, ma anche per gli attrezzi per l'agricoltura, oltre ad oggetti per uso domestico. Incudine, martello, tenaglie... ecco lo scenario del fabbro, figura emblematica dell'importanza che questa attività acquisì nel tempo.
Fornaio: si dedicava alla preparazione del pane e al vettovagliamento del paese.
Non poteva cedere ad altri la custodia del forno, perché era considerato uno strumento di lavoro pericoloso e solo lui era abilitato ad utilizzarlo; il fornaio era colui che materialmente cuoceva la pasta fatta a casa dalle donne, che spesso gli lasciavano una parte del prodotto per venderlo. Per questo il forno era considerato uno dei poli principali nel periodo medioevale.
Lavandaia: nel mondo contadino, il compito principale assegnato alla donna era prendersi cura della propria famiglia o quella presso cui prestavano servizio, in un contesto di sudditanza ed inferiorità rispetto all'uomo.

SANT'
Scudo Sant'Andrea

ANDREA

Il "clan" dei Della Volta: storia, potere e nobiltà con la Nobile Contrada Sant'Andrea
La Nobile Contrada Sant'Andrea è la contrada dalle origini più antiche: fin dal 1251 e forse in tempi anteriori, esisteva intorno al luogo detto "La Volta", il borgo di Sant'Andrea.
Il suo nome deriva da una chiesa e successivamente dal monastero fondato da Monna Lippa Bostichi dei Della Volta.
Dominatrice storica è la consorteria dei Della Volta , un'alleanza di più famiglie che risiedevano nel palazzo, fautrice dei più importanti eventi di vita cittadina in svariati decenni del Medio Evo a Fucecchio. La famiglia dei Montanelli trova proprio nei Della Volta i suoi antenati.
La passeggiata è, infatti, incentrata proprio su questa potente 'unione familiare': un gioco armonico di colori, il rispetto per la storia e la cura dei particolari sono le parole chiave della sfilata.
La passeggiata è aperta dalla Comparsa Maggiore : il Paggio Portabandiera e il paggio Portascudo, seuiti dal Capitano di Guardie di Palazzo con i due Paggi armati. Fa quindi il suo ingresso il Capitano del Popolo, con i rispettivi Capitani...e sono proprio loro a procedere in sfilata: il Capitano del Veltro, il Capitano del Leone Vermiglio, il Capitano del Leone Balzano e il Capitano del Giglio.
Quindi effettuano il loro ingresso i quattro notabili di Balia .
Di seguito i due Mazzieri scortanti il Porta-casacca recante il motto di Contrada "Malo mori quam foedari" e il porta-zucchino del fantino.
Successivamente troviamo il Barbaresco con il cavallo e il Gruppo Musici e Sbandieratori.
La seconda parte, detta "la Comparsa Storica" , vede rappresentati i personaggi emblema della Contrada: la potente consorteria dei Della Volta a suo tempo dominatori dell'antico centro storico, nonché delle terre circostanti. In apertura il Palvesario con le insegna dei Della Volta, seguono il Porta-spada e il Porta-speroni di Guidaccio.
Fa poi il suo ingresso l'esponente più illustre della famiglia, Guidaccio di Raduccio Della Volta seguito da Monna Altezza dei Frescobaldi, con le due ancelle.
A sfilare sono poi quattro coppie nobili dei Della Volta, in particolare del ramo genealogico di Forese dei Guillicioni-Della Volta: Posarello di Forense con la moglie Lagina Simonetti di Lucca; la figlia Ghilla, accompagnata dal marito Francesco Adimari; quindi Teccina e Napoleone Frescobaldi; infine Posarella e il marito Carlo Simonetti da Fucecchio.
A seguire la nota Badessa del Monastero di Gattaiola di Lucca , che si fregiava il titolo di Episcopessa, scortata da due Guardie di Palazzo e seguita da tre Monache Clarisse.
La segue il Pievano della Pieva di san Giovanni Battista con tre frati francescani a chiusura della passeggiata.

TORRE
Scudo Torre

L'arrivo delle reliquie di san Candido a Fucecchio
Fucecchio nel 1655 non aveva ancora un patrono; fu così che Niccolao Cicci, Abate del monastero di san Bartolomeo di Cappiano, in un suo viaggio a Fucecchio riuscì a convincere il consiglio comunale che quello sarebbe stato l'anno giusto per ottenere dalla Santa Sede un patrono.
La Pieve di san Giovanni (collegiata) era cresciuta in dignità e un patrono le avrebbe conferito prestigio: un prestigio che si sarebbe irraggiato su tutto il paese. Fu così che il Comune si addossò tutte le spese necessarie.
Il 16 aprile 1665 il Papa Alessandro VII proclamò san Candido patrono di Fucecchio e il Cardinale Ottaviano Caraffa consegnò all'Abate Cicci un vaso con il sangue e il sacro corpo di san Candido, il quale subì il martirio sotto Dioclaziano.
Le reliquie giunsero a Fucecchio nella primavera del 1665, erano state spedite via mare, e furono affidate adun esperto non fucecchiese che ricompose i resti. Successivamente, una volta ricomposte, tornarono al Porto di Saettino il 3 ottobre 1665 nel cuore della notte, dopo mezzanotte; ad attendere le reliquie del Santo patrono c'erano il Pievano con le compagnie di san Giovanni Battista e della Madonna della Croce, i frati e l'intera popolazione.
Le reliquie furono accompagnate processionalmente da molte torce accese fino all'osteria, da lì in poi tutte le finestre si illuminarono.
La processione stanzionò in tutte le Chiese fino alle quattro del mattino, ora in cui le reliquie giunsero nella pieve di san Giovanni e vi rimasero esposte per tre giorni. In questi giorni si recarono in pellegrinaggio ad omaggiare san Candido i popoli vicini: tra questi la famiglia Orlandi e il popolo de La Torre, ove gli Orlandi avevano amplissimi possedimenti.
Punti salienti della storia raffigurati nella passeggiata
  1. L'accordo e la consegna delle reliquie, il 16 aprile 1665, presenti Papa Alessandro VII, il cardinale Caraffa e l'Abate Cicci.
  2. 03 ottobre 1665: arrivo delle reliquie al porto di Saettino
  3. La processione delle reliquie verso la Collegiata
  4. La famiglia Orlandi e il popolo de la Torre rendono omaggio al santo