Programma Passeggiata storica
MMXVII
BORGONOVO
L'uomo e la donna nel XV secolo
Fino al Rinascimento l'idea dominante rimarrà quella di una
disuguaglianza di fondo nelle capacità intellettive e nella "funzionalità"
dei due sessi rispetto ai ruoli sociali.
Ciò si dimostrava già dalla nascita, quando l'arrivo di
un maschio o di una femmina veniva accolto in maniera
opposta.
Successivamente le giovani ragazze imparavano a leggere, a scrivere e
le qualità fondamentali per una buona gestione della casa.
I ragazzi invece si dedicavano alla caccia, attività da sempre
praticata dalle famiglie in alto rango.
Momento centrale della vita sia dell'uomo che della donna
era il matrimonio , ritenuto il passaggio dalla gioventù all'età
adulta per entrambi. Gli interessi e le strategie di
alleanza del gruppo familiare avevano prevalenza sui dei ragazzi,
i quali non avevano possibilità di scelta e si
trovavano ad essere uniti da un contratto matrimoniale.
La parte iniziale della passeggiata , dà spazio alle insigne
di Contrada, il Portascudo e Portabandiera, contraddistinte dallo stemma e
dai colori bianco e rosso, seguite dagli emblemi della
corsa, casacca e zucchino, che precedono il Gruppo Musici
e Sbandieratori.
La seconda parte , vede la messa in scena del tema di sfilata ,
dove l'intento principale è quello di rappresentare come due
universi distinti din dalla nascita, quello maschile e quello
femminile, si ricongiungano nel matrimonio. il quadro si apre
con una rappresentazione gioiosa della primissima fase della vita , in
cui bambini e bambine giocano spenserati sotto l'occhio vigile delle
balie, pronte a guidarli fino all'adolescenza.
Dal quel momento in poi i due mondi si separano,
per creare due individui distinti per maniere e stili
di vita.
Il secondo quadro vuole evidenziare come le attività svolte da
entrambi i sessi fossero così diverse tra di loro; da
una parte il ragazzo che si avvicina al mondo adulto,
dando prova del suo coraggio ed abilità nell'arte della caccia
e dall'altra la ragazza che sviluppa le doti necessarie per
governare la casa ed essere una buona moglie in futuro.
Nell'ultimo quadro i genitori dei futuri sposi stabiliscono un
contratto matrimoniale , che porterà all'unione di due famiglie.
Il raggiungimento di tale accordo è rappresentato dalle due
coppie di genitori che sfilano affianco e dal paggio
che mostra la pergamena con il contratto stipulato.
Segue il paggio con un forziere di fiorini, simbolo
della dote della fanciulla,accompagnato da due dame ai
lati.
Nell'ultima parte, il matrimonio ormai celebrato dal prelato che indossa
dei paramenti dorati, viene festeggiato con un banchetto nuziale,
in cui gli sposi al centro della scena brindano
alla loro unione circondati da coppie di invitati e
servitori.
BOTTEGHE
Alla riscoperta della terra e dei suoi frutti.
Le Botteghe rende omaggio alla sua cultura contadina
Come ben sappiamo le Botteghe, grazie alle sue bellezze
e caratteristiche, era una meta molto gradita da Cosimo I
de'Medici .
Egli era molto attratto da questi luoghi, così da investire ingenti
Egli era molto attratto da questi luoghi, così da investire ingenti
capitali nell'acquisto di terreni riuniti in unità poderali ed organizzati
in fattorie.
Questi insediamenti rurali, che comprendevano svariate strutture, erano spesso
date in concessione ad una famiglia del territorio.
In questo periodo quindi ci troviamo davanti ad una
agricoltura caratterizzata dalla mezzadria e che vedeva i
contadini sempre più impegnati nella coltivazione dei campi, dei
vigneti e nella cura degli animali.
L'agricoltura del mezzadro era organizzata in modo che il
contadino non rimanesse tempo per oziare poichè tutta la
giornata era scandita dal lavoro.
Tutta la famiglia partecipava al lavoro con compiti e
mansioni diverse ma tutti orientati ad ottenere la maggior resa
possibile della terra.
Le famiglie contadine avevano un regime alimentare molto povero,
era loro interesse trarre dalle proprie terre il maggior
numero di prodotti di cui avevano bisogno, per
poter sfamare tutti i componenti della famiglia.
Nelle loro terre, i contadini coltivavano una vasta varietà
di verdure, potevano far conto su legumi, grasso, in rare
occasioni piccole quantità di carne ed infine utilizzare i sale,
che esaltava il sapore e permetteva di conservare gli
alimenti essiccandoli.
I contadini erano molto attenti alla conservazione degli alimenti,
si adoperavano infatti a usare varie tecniche di conservazione del
cibo : essiccazione, salatura e marinatura.
Nel corteggio storico che presenteremo potrete assistere a varie scene
di vita quotidiana del tempo: dal contadino che lavora
e valorizza il proprio appezzamento di terra, la raccolta dei
frutti, la suddivisione del raccolto con il padrone, la conservazione
del poco cibo che avevano a disposizione fino ad arrivare
alla consumazione di un pasto caldo a fine giornata.
Una finestra che si affaccia su una vecchia realtà che
non si limitava a produrre benefici economici ma si scopriva
capace di rispondere ad alcuni bisogni della società attraverso la
difesa del territorio e il rispetto dei ritmi della terra.
I. Ad aprire la sfilata una coppia nobile rappresentante Cosimo
I de' Medici e Eleonora di Toledo.
II. A chiusura del corteo storico, una scena di vita
quotidiana: un contadino, che dopo una dura giornata di
lavoro, trangugia il suo pasto umile.
CAPPIANO
Potere, Lussuria e Carità.
La Chiesa nel rinascimento
Il Rinascimento fu l'epoca dello spirito, sospesa tra
cielo e terra, tra divino e profano.
Pico della Mirandola sosteneva che
"L'umanità aspira al cielo ma i suoi piedi restano
nell'argilla".
La potenza della Chiesa era grande, gran parte del
potere politico ed economico era concentrato nelle sue mani.
Figura di spicco in rappresentanza di questo periodo è
Papa Leone X , amante dell'arte e dei piaceri, con
uno stile di vita più improntato all'aspetto laico che
a quello apostolico. Viene rappresentato in tutta la sua
magnificenza sulla sedia gestatoria portato a spalla dai suoi
dignitari.
Nel 1517 Leone X emanò la predicazione delle indulgenze.
I ricchi tramite le indulgenze di pagavano il Paradiso .
Cardinali, vescovi e abati vivevano come Principi del loro
tempo, nel godimento dei piaceri terreni .
A Fucecchio, la Signoria ducale si trovò a richiamare i
monaci e le monache dei vari Monasteri affinché si occupassero
della loro spiritualità.
Rappresentiamo le vicessitudini di Suor Fiammetta degli Aldobrandi
minacciata e perseguita dalle altre monache.
In risposta a questa perdita di sentimento religioso, nasceva un
nuovo clima spirituale che partendo dagli ambienti più colti
si espandeva anche a livello popolare.
Molti fedeli, vescovi, sacerdoti e credenti erano testimoni di
una fede convinta.
A Fucecchio si fondarono oratori, congregazioni, compagne della carità; il
loro impegno era mirato all'assistenza dei bisognosi e alle opere
caritatevoli.
La Compagnia della Madonna della Croce chiamata anche
Compagnia dei Frustati Bianchi .
I confratelli indossavano una cappa bianca e in occasione
della processione della Settimana Santa si frustavano a vicenda per
immedesimarsi nella sofferenza di Gesù.
La Compagnia di san Rocchino detta anche dei Pomposi
vestiva una cappa di colore verde e gestiva un piccolo
Oratorio dove veniva celebrata la Messa a favore degli
appestati.
La Compagnia di san Giovanni Battista gestiva un Ospedale che
forniva alloggio ai miserabili.
La Pieve di Cappiano aveva la funzione di ospedale luogo riservato
all'accoglienza dei pellegrini e dei bisognosi.
Per un periodo fu gestita dall'ordine dei Cavalieri del
Tau, che proteggevano i pellegrini che si avventuravano lungo l'impervio
cammino della Francigena.
Alla fine vera santità Cristiana non era altro che
la Carità pienamente vissuta dai più semplici.
In evidenza:
- L'imponenza di Papa Leone X
- La fragilità di suor Fiammetta
FERRUZZA
1516 - Arrivo di Madonna Clarice De' Medici a Fucecchio
La sfilata della Contrada Ferruzza rievoca l'arrivo a Fucecchio nel
1516 di Clarice De' Medici, figlia di Piero De' Medici
e di Alfonsina Orsini, quindi nipote di Lorenzo De' Medici
In quella occasione il Comune di Fucecchio si offrì di
pagare tutte le spese necessarie alla accoglienza e
al suo soggiorno, "Qui da pié s'anoteranno tutti quelli che
portarono la Illustrissima Madonna Clarice figlia del Magnifico Piero de' Medici
et sorella del signor duca Lorentio de'Medici, nipote della
S del N.S. Papa Leone".
Nei documenti troviamo i nomi di cittadini reclutati dietro compenso
come portatori, "mandati dal Comune di Fucecchio et dectono
loro soldi 10 e la per dì 2 portoralla
nella leticha", ma anche coloro che avrebbero servito
come fabbri o procurato paglia e fieno per
le bestie dl suo seguito. Sono citati inoltre
uomini deputati a presentare in omaggio dei capponi e
un " Donzellino che andò a cercare pescio
- fu pagato soldi 8"
La sfilata si apre con il banditore che annuncia l'arrivo
di madonna Clarice in Fucecchio. Lo segue Clarice, in
abito chiaro, con le cortigiane, gli attendenti, i portatori
con la citata "leticha" ed una scorta di armati.
Vengono poi gli Anziani rappresentanti del governo del Comune e
coppie di nobili fucecchesi giunti ad omaggiare l'illustre madonna.
Immaginiamo che ad accogliere Clarice ci fossero anche rappresentanti
del clero per lo svolgimento di una messa solenne.
Certamente Lei si sarà fermata in preghiera davanti all'immagine
della Vergine Maria Ferruccia, cara ai fucecchiesi e della
quale si diceva avesse compiuto miracoli.
Il culto mariano era stato rilanciato dalla famiglia Medici
e Lorenzo il Magnifico, nonno di Clarice, secondo recenti studi
potrebbe ave avuto un ruolo nelle vicende di quell'opera commissionata
dal Podestà Antonio Ferrucci.
L'affresco si presentava allora con un "uscio" a due sportelli
commissionato per la protezione del dipinto dall'acqua della fonte adiacente.
Di lì a poco ebbe inizio la costruzione dell'attuale Oratorio
della Vergine Ferruccia (1517-1519).
Segue la moltitudine del popolo.
Una folla di curiosi, uomini, donne e bambini a prender
l'acqua alla fonte della Vergine.
Ci sono mendicanti e pellegrini in sosta che la Francigena
conduceva proprio dinanzi all'immagine della Madonna.
Tra loro anche gli incaricati dal Comune a presentare
paglia, fieno, capponi e pesce per servire madonna Clarice
de' Medici.
MASSARELLA
La sfilata si apre con la bandiera, simbolo per eccellenza
della contrada. Subito dietro vengono lo scudo, il Capitano
e il gruppetto degli armati, a protezione della coppia
di nobili e delle damigelle con casacca e zucchino.
Il gruppo musici e sbandieratori introduce il tema
storico.
L'alimentazione in Padule e nei boschi delle Cerbaie alla
fine del 1700.
Fin dal medioevo l'alimentazione a Massarella era legata ai
prodotti della zona palustre.
Agricoltura, allevamento, peca e caccia fornivano il sostentamento alle
famiglie.
Ma gabelle e imposte comunali rendevano poco redditizia la
pratica delle ultime due voci, in quanto le concessioni
erano rilasciate a consorzi, che trattenevano gran parte dei
guadagni delle attività
I coltivati costituivano quindi la voce più notevole nei
pasti dei massigiani, con uova e formaggi, prodotti
dei pochi animali da cortile, mentre la farina di
castagne integrava quella, scarsa, di grano.
La condizione iniziò a migliorare alla fine del XVIII secolo,
quando i benefici della bonifica Leopoldina del 1782
si fecero evidenti. I primi effetti si riscontrarono nell'aspetto
sanitario, mentre la maggior quantità di terreni coltivabili permetteva
delle eccedenze, che i contadini potevano vendere, con introiti
in denaro che consentirono alle famiglie di permettersi una
certa varietà nei cibi. Non era infatti più
vendere tutto il risultato delle battute di caccia
e pesca così questi alimenti iniziarono a farsi frequenti
nei pasti quotidiani, mentre prima erano riservati solo a
ricorrenze speciali: anguile e lucci, carne e cacciagione
arricchirono così l'alimentazione dei Massigiani, apportando quella varietà di
nutrienti, che unita alle migliorate condizioni di vita, favorirono
il definitivo sviluppo della zona .
Fu in quel periodo che i piatti che
prima erano cibo forzato iniziarono a diventare caratteristici; uno
su tutti è la zuppa di pane , ancora oggi nella
tradizione di Massarella. Quella che era fin dal medioevo
una minestra di cavolo nero e pane, si è
arricchita di altre verdure, fagioli e condimenti che l'hanno
portata a diventare piatto distintivo. La contrada Massarella
presenta in questa edizione della sfilata una ricostruzione di
come veniva realizata questa pietanza alla fine del 1700,
dalla raccolta degli ortaggi fino alla cottura finale.
Fonte: " I cibi del bosco e della palude.
Prodotti alimentari delle Cerbaie e del Padule di Fucecchio"
PORTA
BERNARDA
Magiste Nellus Ser Ciati et Chele Lippi Spetialis
È durante Il XIII secolo che viene realizzata una delle
più importanti Porte Medievali di Fucecchio, che apparteneva al
"Dominus Bernardo Dei Simonetti" e a lui fu intitolata.
Da qui nasce il nome della Nobile Contrada Porta Bernarda.
Appunto in questo contesto andiamo a "riprodurre" una sezione del
Casato dei Simonetti: famiglia nobile e tra le più potenti.
Ad aprire il "corteggio" l'insegna e le bandiere ufficiali di
Contrada uniti da Paggi Minori contraddistinti dalla Carriera che
si disputerà a seguire, l'uno portante lo Zucchino e l'altro
la Casacca.
Il Porta Stendardo annuncerà l'arrivo del Gruppo Musici e Sbandieratori.
Ed ecco Notabili a sorreggere registri fiscali assieme ad un'insegna
che introduce "Magister Nellus Ser Ciati", medico fisico accompagnato
dalla moglie Simonetta, con le figlie Coluccia e Catalina usuali
aiutare la famiglia nel mestiere natio ed unito ad
allievi che "strumentalizzano" il "mestiere" da egli dettato. Di
seguito lo speziale Chele di Lippis ed il suo aiutante
a cui si aggiungono tre paggi decorati di "Foglie" a
chiudere il quadro. L'annuncio della Porta Stendardo Simonetti introduce
Paggi e Damine che presentano la Nutrice di Corte con
la sua Prole seguita da damigelle di corte che presenziano
l'entrata di Ser Bernardo e Donna Vanna accompagnati dai fratelli
con le rispettive consorti e bambine festanti.
Il frate confessore di famiglia consacrerà la famiglia. Si pongono
a protezione della Nobile Famiglia il Capitano delle Guardie
con il suo Corpo Armato ed il Capitano del
Popolo a cavallo a cui seguono figure recanti alloro,
pianta tipica per le spiccate proprietà benefiche.
PORTA
RAIMONDA
RELIQUIE: fede, commercio e truffe
La Contrada Capitana Porta Raimonda, quest'anno vuole raccontare un aspetto
della storia affascinante ma tutt'ora controverso:
il culto delle reliquie
Il "corteggio" si apre con il Porta Insegne, gli alfieri
con le bandiere e coppia di nobili con i
colori della contrada.
Raimondo da Cadorna , Capitano generale dei Guelfi seguito da
una coppia di alfieri che portano le sue insegne,
due bandiere realizzate con metodo antico e
interamente ricamate a mano .
Segue la scorta composta dai cavalieri Attaviano Brunellleschi in
azzurro e Bandino de' Rossi di Firenze in giallo.
Il gruppo Musici e Sbandieratori introduce alla storia che quest'anno
vogliamo raccontare...
Un gruppo di pellegrini di ritorno da Roma percorrendo la
via Francigena in direzione Lucca, decide di fermarsi presso
il Tabernacolo della Madonna delle Cinque Vie di Fucecchio
per rendere grazie alla Vergine del provvidenziale cammino.
Il gruppo composto da laici, un frate ed una
suora porta con sé dei sacchetti contenenti frammenti di
ossa e brandelli di stoffa che ogni tanto curiosamente tira
fuori, baciandoli e pregando. Nei pressi del tabernacolo vengono
avvicinati da intermediari di famiglie nobili e del clero
locale, che ritenendo questi oggetti vere e proprie reliquie
di Santi e martiri, iniziano, per i loro signori,
la contrattazione.
Possederle significa prestigio. occasioni di guadagno e protezione divina.
Ad affari fatti, alcuni abili artigiani e decoratori
del luogo vengono incaricati di realizzare preziosi manufatti nei
quali le "sacre reliquie" verranno poi degnamente conservate.
Adesso, per rendere onore al contenuto, anche il contenitore
si fa singolare e prezioso , diventando esso stesso un
vero e proprio tesoro, aumentandone enormemente il valore.
I reliquari sono ora pronti e vengono portati ai
loro committenti che, vantandosi del loro acquisto, li
esibiscono.
Anche il vescovo, per accrescere l'importanza e la fama
della diocesi porta in processione uno di questi preziosi
reliquiari. Viene scortato dai soldati che cercano di fermare
un gruppo di malati, poveri e storpi desiderosi di
toccare l'oggetto ritenuto sacro sperando di ricevere da questo
benefici salvifici. Seguono dei popolani devoti in preghiera.
In mezzo alla folla vi sono però anche avidi
millantatori con materiali arraffati chissà dove, che vanno
spacciando per reliquie autentiche: troveranno qualche "babbeo" da
frodare?
...La fede comincia laddove la ragione finisce.
QUERCIOLA
La Contrada Querciola apre la passeggiata con gli Alfieri recanti
le insegne ufficiali, seguiti dal Capitano del Popolo, scortato da
armati, dal Signore e la Madonna di contrada accompagnati da
musici e sbandieratori.
La festa di San Giovanni
La festa di san Giovanni Battista era una delle manifestazioni
religiose più importanti del calendario medievale, durante la quale
si esprimeva la devozione del Santo attraverso sontuosi cerimoniali ma
anche attraverso riti propiziatori fortemente intrisi di superstizione e
di credenze popolari.
Era una notte magica e ricca di mistero ,
durante la quale si raccoglievano particolari erbe che, lasciate
a macerare in una bacinella d'acqua per tutta la
notte, si credeva avessero il potere di aumentare la
bellezza, di preservare dalle malattie e difendere dal malocchio,
dall'invidia e dalle fatture.
Si preparava inoltre il fugademonum , un infuso ottenuto pestando
le bacche del giallo iperico, considerato un prodigioso rimedio,
in grado di proteggere dagli spiriti malefici .
Per questo suo potere l'iperico essiccato e raccolto in
fascine, veniva bruciato lungo le vie del paese al
fine di purificare e propiziare la protezione del Santo
anche per strade ed abitazioni.
Il 24 giugno, giorno della festa, si svolgeva una solenne
processione cui partecipava Donna Alfonsina Orsini , con le più
alte cariche del clero, accompagnate dai rappresentanti della nobiltà
cittadina e dei territori limitrofi che recavano le
offerte per il Santo: ceri di legname e torchietti
di cera.
Seguiva un carro a cui era legato un uomo, vestito
di sole pelli, che impersonava lo stesso Santo.
Si trattava, in genere, di un pover'uomo che veniva
ricompensato, per questo scomodo servizio, con pochi danari, pane
e tanto vino. Dalla sua posizione quest'uomo mangiava e
beveva in abbondanza, distribuendo una parte delle offerte di
cibo, al popolo festante e alle pie donne che
seguivano il carro intonando preghiere e salmi in onore
del Santo.
Alla solennità del giorno si univano i sollazzi e
le allegre goliardie di giganti, satiri e dispettosi spiritelli
che precedevano una rappresentazione della mitica Salomè ,
bella danzatrice che, per la seducente danza dei sette
veli, ottenne in cambio da Erode la testa
di san Giovanni Battista.
SAMO
Il pellegrinaggio religioso come forma di purificazione spirituale
La Contrada Samo presenta il tema del Pellegrinaggio religioso, l'atto
volontario grazie al quale il fedele abbandona i luoghi
conosciuti, le proprie abitudini e il proprio ambiente affettivo
per recarsi in religiosità di spirito fino al santuario
che ha liberamente scelto o che gli è stato
imposto dalla sua penitenza.
L'argomento in questione è inserito nel contesto storico che
la Contrada Samo interpreta con gli abiti tipici del XV
secolo .
La passeggiata si divide in due quadri rappresentanti dalle due
principali vie di pellegrinaggio, collegate direttamente o indirettamente con
la via Francigena. Il primo quadro rappresenta il pellegrinaggio di Roma ,
caratterizzato dai penitenti recanti croci o chiavi di
san Pietro .
Segue la pratica molto diffusa della vendita di
presunte reliquie, nella fattispecie ossa o altri organi umani,
da parte di popolani che millantavano che tali resti
appartenessero ad un Santo.
I mercanti di reliquie intercettavano Vescovi e prelati durante
il pellegrinaggio, cercando di convincerli a comprarle e ad
esporle nelle Chiese da loro amministrate.
Il secondo quadro raffigura il pellegrinaggio di Santiago de
Compostela , contraddistinto dai pellegrini con il simbolo della conchiglia di
san Giacomo, emblema di cambiamento nella loro vita.
Ben visibili inoltre sono gli oggetti che li contraddistinguono:
il bastone (detto bordone), la Calabaza del Peregrino , particolare
zucca con la funzione di contenitore d'acqua di
solito portata legata al bordone stesso, la bisaccia e i
segni del santuario verso il quale sono diretti ben
in vista sul copricapo o sul mantello.
Nei due quadri suore e frati intonano "O ROMA NOBILIS"
e "DUM PATER FAMILIAS", canti caratteristici dell'epoca.
Intraprendere un viaggio significa mettere alla prova la propria
fede di fronte a rinunce e patimenti, credendo che
un tale sforzo possa cancellare i peccati e riportare sulla
retta via.
È un'occasione preziosa per rendersi capaci di "sostare lungo il
cammino della vita" per la conoscenza di se stessi,
per un'educazione all'ascolto, al dialogo, al rispetto del diverso,
alla condivisione, all'amore e alla pace.
SAN
PIERINO
Medioevo: mestieri e vita quotidiana del nostro territorio
Il piccolo borgo, inizialmente composto da un centinaio di persone,
riunite in 18 famiglie, che dal ponte sull'Arno si
estende fino ai confini con san Miniato, tra il
1300 ed il 1400 si evolve e diventa una vera
e propria comunità, fino a donare al territorio stesso il
diminutivo di san Pierino .
Alle attività principali a cui era dedita la popolazione, come
la pesca e l'agricoltura, si affiancano nuovi "mestieri" che contribuiscono
in maniera incisiva allo sviluppo ed alla crescita economica
e demografica della comunità stessa.
Il lavoro artigiano, la vita quotidiana di donne e
di uomini, "vestono" le vie del paese, che ancora
oggi porta le tracce degli antichi mestieri, dove, alcuni di
essi, sono ancora oggi ben presenti e radicati.
La rinnovata vitalità sociale, con le sue varie necessità,
fa sì quindi che nascano nuove attività lavorative e, tra
queste, si impongono i mestieri dell'alimentazione e quelli
ad essa legati. È grazie a questo sviluppo, al
crescente incremento demografico e alla via Francigena che attraversa
in nostro territorio, che si affacciano gli antichi mestieri
del fabbro e del fornaio.
La Contrada san Pierino presenta tre quadri distinti:
nei primi due vengono rappresentati le antiche professioni del
Fabbro e del Fornaio, che andavano acquisendo un peso
economico-sociale crescente; il terzo invece riproduce la
lavandaia, cioè uno spaccato di vita quotidiana del periodo
medievale.
Fabbro: i fabbri lavoravano il ferro per scopi bellici, per la
produzione di armi, ma anche per gli attrezzi per
l'agricoltura, oltre ad oggetti per uso domestico. Incudine, martello, tenaglie...
ecco lo scenario del fabbro, figura emblematica dell'importanza che questa
attività acquisì nel tempo.
Fornaio: si dedicava alla preparazione del pane e al vettovagliamento del
paese.
Non poteva cedere ad altri la custodia del forno, perché
era considerato uno strumento di lavoro pericoloso e solo lui
era abilitato ad utilizzarlo; il fornaio era colui che materialmente
cuoceva la pasta fatta a casa dalle donne, che spesso
gli lasciavano una parte del prodotto per venderlo.
Per questo il forno era considerato uno dei poli principali
nel periodo medioevale.
Lavandaia: nel mondo contadino, il compito principale assegnato alla donna era
prendersi cura della propria famiglia o quella presso cui prestavano
servizio, in un contesto di sudditanza ed inferiorità rispetto all'uomo.
SANT'
ANDREA
Il "clan" dei Della Volta: storia, potere e nobiltà con
la Nobile Contrada Sant'Andrea
La Nobile Contrada Sant'Andrea è la contrada dalle origini più
antiche: fin dal 1251 e forse in tempi anteriori, esisteva
intorno al luogo detto "La Volta", il borgo di Sant'Andrea.
Il suo nome deriva da una chiesa e successivamente dal
monastero fondato da Monna Lippa Bostichi dei Della Volta.
Dominatrice storica è la consorteria dei Della Volta , un'alleanza di
più famiglie che risiedevano nel palazzo, fautrice dei più importanti
eventi di vita cittadina in svariati decenni del Medio Evo
a Fucecchio. La famiglia dei Montanelli trova proprio nei Della
Volta i suoi antenati.
La passeggiata è, infatti, incentrata proprio su questa potente
'unione familiare': un gioco armonico di colori, il rispetto
per la storia e la cura dei particolari sono
le parole chiave della sfilata.
La passeggiata è aperta dalla Comparsa Maggiore : il Paggio Portabandiera
e il paggio Portascudo, seuiti dal Capitano di Guardie di
Palazzo con i due Paggi armati. Fa quindi il suo
ingresso il Capitano del Popolo, con i rispettivi Capitani...e sono
proprio loro a procedere in sfilata: il Capitano del Veltro,
il Capitano del Leone Vermiglio, il Capitano del Leone Balzano
e il Capitano del Giglio.
Quindi effettuano il loro ingresso i quattro notabili di Balia .
Di seguito i due Mazzieri scortanti il Porta-casacca recante
il motto di Contrada "Malo mori quam foedari" e
il porta-zucchino del fantino.
Successivamente troviamo il Barbaresco con il cavallo e il
Gruppo Musici e Sbandieratori.
La seconda parte, detta "la Comparsa Storica" , vede rappresentati i
personaggi emblema della Contrada: la potente consorteria dei Della Volta
a suo tempo dominatori dell'antico centro storico, nonché delle terre
circostanti.
In apertura il Palvesario con le insegna dei Della
Volta, seguono il Porta-spada e il Porta-speroni di
Guidaccio.
Fa poi il suo ingresso l'esponente più illustre della famiglia,
Guidaccio di Raduccio Della Volta seguito da Monna Altezza dei
Frescobaldi, con le due ancelle.
A sfilare sono poi quattro coppie nobili dei Della Volta,
in particolare del ramo genealogico di Forese dei Guillicioni-Della Volta:
Posarello di Forense con la moglie Lagina Simonetti di
Lucca; la figlia Ghilla, accompagnata dal marito Francesco Adimari; quindi
Teccina e Napoleone Frescobaldi; infine Posarella e il marito Carlo Simonetti
da Fucecchio.
A seguire la nota Badessa del Monastero di Gattaiola di
Lucca , che si fregiava il titolo di Episcopessa, scortata da
due Guardie di Palazzo e seguita da tre Monache Clarisse.
La segue il Pievano della Pieva di san Giovanni Battista
con tre frati francescani a chiusura della passeggiata.
TORRE
L'arrivo delle reliquie di san Candido a Fucecchio
Fucecchio nel 1655 non aveva ancora un patrono; fu così
che Niccolao Cicci, Abate del monastero di san Bartolomeo
di Cappiano, in un suo viaggio a Fucecchio riuscì a
convincere il consiglio comunale che quello sarebbe stato l'anno
giusto per ottenere dalla Santa Sede un patrono.
La Pieve di san Giovanni (collegiata) era cresciuta in dignità e
un patrono le avrebbe conferito prestigio: un prestigio che
si sarebbe irraggiato su tutto il paese.
Fu così che il Comune si addossò tutte le
spese necessarie.
Il 16 aprile 1665 il Papa Alessandro VII proclamò
san Candido patrono di Fucecchio e il Cardinale Ottaviano
Caraffa consegnò all'Abate Cicci un vaso con il
sangue e il sacro corpo di san Candido,
il quale subì il martirio sotto Dioclaziano.
Le reliquie giunsero a Fucecchio nella primavera del 1665,
erano state spedite via mare, e furono affidate adun
esperto non fucecchiese che ricompose i resti.
Successivamente, una volta ricomposte, tornarono al Porto di Saettino
il 3 ottobre 1665 nel cuore della notte, dopo mezzanotte;
ad attendere le reliquie del Santo patrono c'erano il Pievano
con le compagnie di san Giovanni Battista e della
Madonna della Croce, i frati e l'intera popolazione.
Le reliquie furono accompagnate processionalmente da molte torce accese
fino all'osteria, da lì in poi tutte le finestre si illuminarono.
La processione stanzionò in tutte le Chiese fino alle quattro
del mattino, ora in cui le reliquie giunsero nella
pieve di san Giovanni e vi rimasero esposte per tre giorni.
In questi giorni si recarono in pellegrinaggio ad omaggiare san
Candido i popoli vicini: tra questi la famiglia Orlandi
e il popolo de La Torre, ove gli Orlandi avevano
amplissimi possedimenti.
Punti salienti della storia raffigurati nella passeggiata
- L'accordo e la consegna delle reliquie, il 16 aprile 1665,
presenti Papa Alessandro VII, il cardinale Caraffa e l'Abate
Cicci.
- 03 ottobre 1665: arrivo delle reliquie al porto di
Saettino
- La processione delle reliquie verso la Collegiata
- La famiglia Orlandi e il popolo de la Torre rendono omaggio al santo
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