LA CONTRADA DI SAN PIERINO HA VINTO IL PALIO DEL
20 MAGGIO 2007

LA NAZIONE - Cronaca del Valdarno/Valdelsa
Fucecchio lì, Lunedì 21 Maggio 2007. Pagina XXX
Speciale Palio Fucecchio La Corsa

LA TERZA VOLTA DI SAN PIERINO

Una vittoria da record. Tensioni in pista fra Raimonda e Bernarda

Servizio di
Panzani Giulio
Briganti Paolo

FUCECCHIO - NON ERA MAI ACCADUTO ed è stato per questa ragione ancor più sorprendente che una Contrada abbia vinto il Palio per la terza volta di seguito. Una sorta di monopolio della Buca d’Andrea eccezion fatta per l’edizione straordinaria del venticinquesimo, vinta da Porta Bernarda nello stesso anno.
Un Palio difficile, quello di ieri, iniziato sotto auspici non proprio incoraggianti dopo che la prima batteria, chiamata alle 16:00, si era corsa dopo quasi un’ora e mezzo per le difficoltaà non solo nell’allineamento al canapo bensì anche per le rivalità fra Raimonda e Bernarda che hanno creato non pochi problemi fino a che, dopo una flasa partenza, il "via" dato da Renato Bircolotti ha visto il fantino giallo-azzurro, Franco Casu detto Spirito, mettere in difficoltà il giovane rossonero Fais, tanto da farlo cadere e non consentire chances di vittoria al cavallo scosso.
Tensione in campo, quindi, e poi agli stallaggi, tanto che i carabinieri di Fucecchio, che come sempre hanno efficacemente assicurato il servizio d’ordine, sono dovuti intervenire a calmare gli animi. Così si sono classificati, nell’ordine, Borgonovo, Torre, Massarella e Botteghe mentre sono state abbassate le insegne delle stesse Raimonda e Bernarda.

ALA SECONDA BATTERIA corsa più speditamente ma con due false partenze, si sono piazzate Sant’Andrea, San Pierino, Samom, Querciola e sono rimaste escluse Cappiano e Ferruzza. La finale, dopo l’intervallo previsto per un’ora, si è preparata con forte nervosismo al canapo e con tre false partenze.
L’ordine d’ingresso era: Botteghe, San Pierino, Torre, Querciola, Massarella, Samo, Borgonovo e Sant’Andrea quest’ultima decisiva per la mossa. Solo dopo le 20:00, fra il clamore degli spettatori, Bircolotti, che ha comunque mostrato una grande professionalità, è riuscito a darla buona, cosicchè, la corsa, pulitamente e senza più giochi in pista, ha visto prevalere da subito San Pierino che ha tagliato il traguardo seguito da Botteghe e Sant’Andrea.


Speciale Palio Fucecchio I VINCITORI

Radice: «Siamo Grandi, siamo nella storia»

L’esultanza della Contrada nelle parole del presidente

FUCECCHIO - Giuseppe Radice, presidente bianco-arancio-celeste, esulta: «Siamo grandi, siamo nella storia». La sua commozione è evidente, come pure quella di Gianluca Chiti, uno dei suoi vice, e del Capitano di Contrada che i giovani del rione qttorniano quasi increduli. Il cencio dipinto da Marco Puccinelli viene subito strappato dalle mani di Michela Malvolti e portato in trionfo in pista. Non ci sono contestazioni. La corsa e la performance di Ricceri, il fantino ingaggiato all’ultimo in sostituzione di Atzeni e che ha montato uno dei migliori cavalli sorteggiati alla tratta, Grein, sono state pulitissime e brillanti fin dalla partenza guidando il gruppo delle Contrade con varie lunghezze di distacco. Anche l’assessore delegato al Palio, Massimo Billi, è soddisfatto: «Cioò che è avvenuto in pista conferma la validità di un sistema, quello del sorteggio dei cavalli, che favorisce quelle Contrade che non avrebbero potuto permettersi, con un’acquisizione diretta di una scuderia, un campione come si è rivelato Grein».
L’assessore smentisce chi aveva definito «di seconda fascia» quei cavalli nella buca. Forse c’è stata questa sensazione, alle prove, ma alle batterie e in finale è emerso che si è trattato di cavalli di grande profilo.


IL TIRRENO - Cronaca di Fucecchio
Fucecchio lì, Lunedì 21 Maggio 2007. Pagina XI
Speciale Palio Fucecchio La Corsa

SALASSO VOLA SAN PIRINO TRIONFA

La Contrada d’oltrarno entra nella storia: mai nessuno aveva fatto tris

Guerra Raimonda-Bernarda, Casu abbatte Fais e scappa dalla buca

Servizio di
Gianfranceschi Luciano


FUCECCHIO - L’ultimo re di Siena, Salasso, si prende pure la corona di Fucecchio, su un mezzosangue, Grein, che alla mossa sembrava concentrato come un uomo, con una Contrada, San Pierino, che stavolta ha scritto davvero una pagina di storia del Palio di Fucecchio. Perchè il tris qui non l’aveva mai firmato nessuno prima d’ora. E anche perchè Grein, che si piaceva ma non aveva convinto finora al canapo, è stato quello che si chiama un outsider vincente. Tutti guardavano a Bucefalo, Borgonovo sognava, e invece la strategia del presidente Radice e del suo Capitano di puntare dopo Atzeni e Villella su Salasso, ha beffato tutti. Il tris di San Pierino così ha battuto le “coppie” di nemiche (Raimonda e Bernarda), che si sono annullate a vicenda. E che hanno fatto durare un’ora la prima batteria, spettacolare ma stucchevole nelle false partenze, con un richiamo del valido mossiere Renato Bircolotti a Spirito (Porta Raimonda) che non guardava il cavallo Figaro Sauro ma quello della rivale Porta Bernarda, Internos, montato dal giovane Fais. Quando finalmente la mossa è stata valida entrambe erano attardate, il meno esperto rossonero è caduto e quando s’è rialzato ha cercato di alzare il frustino contro il raimondino, che è partito mentre gli altri erano già alla seconda curva, e a metà pista è sceso dal mezzosangue e s’è messo in salvo fuori pista, scappando in mezzo al popolo gialloblù.
Un trambusto che ha rischiato di scatenare il putiferio in buca, già durante la prima batteria batteria (un contradaiolo di Raimonda, Andrea Ferri, è dovuto ricorrere alle cure dell’ambulanza per una cinghiata al fianco) e che ha avuto un seguito nel dopo-palio, nei dintorni di via Tea dove ci sono state scaramucce con intervento dei carabinieri. In quel momento nella Buca c’erano ancora i contradaioli di San Pierino a festeggiare e quelli di Borgonovo arrabbiati e anche preoccupati per Bucefalo, caduto nel finale - ma era indietro rispetto a Salasso - che su Fiona Baia aveva vinto per Borgonovo la prima batteria, quando si erano qualificate Batticuore su Blu Moon per Torre, Massimino su Intireddu (Intiveddau - n.d.s.) per Massarella e Donatini su Zuman per Botteghe) e che era dato per favorito. Escluse invece anche le coppie nemiche: nonostante fossero accreditate bene, si sono guardate e si sono attardate la “nona” Ferruzza (Minisini “Dè” su Ginger De Mores) e Gingillo su Desmon (Cappiano).
In finale c’erano andati precedentemente anche Sant’Andrea (Brio su Eugenye), San Pierino che aveva dato l’impressione di non forzare essendo la qualificazione pressochè sicura, Samo (Zedde su Ganosu) e Querciola (Pes su Fantasia Bella).
La finale è stata combattutissima: in otto tra i canapi è stata dura. Donatini, per Botteghe, ha causato tre false partenze, e s’è beccato un’ammonizione: il mezzosangue era nervoso. Meno male che quello di Sant’andrea, che scalciava, partiva di rincorsa. Al via, proprio il rossoverde di Brio, ha preso la testa, ma dopo un giro in testa in scioltezza è stato attaccato da San Pierino, e ha ceduto di colpo (era già accaduto gli anni passati), finendo al secondo posto davanti a Samo, Querciola, Massarella e Torre. Non s’è classificata Borgonovo.
Mezz’ora dopo il trionfo pienge e ride il presidente Giuseppe Radice: «Siamo nella storia, una Contrada al di là dell’arno è padrona a Fucecchio»; Mentre il Capitano Andrea Bertini gongola: «Abbiamo vinto con tre fantini diversi, lo strapotere è questo».


Speciale Palio Fucecchio

Si avvera la previsione del Mossiere Bircolotti dopo aver visto la composizione delle batterie: «Sarà giornataccia»

Dopo l’abbattimento del loro fantino i bernardini entrano in pista a caccia di Spirito che però riesce a dileguarsi

Servizio di
Moscadelli Mario


FUCECCHIO - “Tutta la città famo gognà”. E da ieri sera ancora di più. San Pierino è nuovamente campione, per la terza volta di fila. Eccolo il tris d’oro, eccola l’impresa che entra nella storia del Palio: nessuna Contrada, nemmeno a Siena, era mai riuscita a conquistare tre cenci consecutivamente (Il Drago ha riportato le seguenti vittorie: 18/08/1889 - 02/07/1890 - 16/08/1890 n.d.s.).
I cancelli della buca si aprono circa alle 15:00 e il primo popolo a prendere il posto è proprio quello dell’oltrarno. E i contradaioli arancioazzurri, in onore del fresco cappotto, cantano: “I campioni di Fucecchio siamo noi”. Alle 15:45 si inizia a fare sul serio: sul palco dell’amministrazione sale Bircolotti, seguito dai capitani. Un breve confronto, poi tocca ai fantini essere catechizzati dal mossiere. Stringe la mano a tutti. Intanto, sulla curva della Bernarda sfilano i massigiani, che vengono accolti da un caloroso applauso dei rossoneri: c’è amicizia tra i due rioni, soprattutto quando c’è da mettersi a tavola... La buca inizia a riempirsi: Borgonovo e Botteghe si scambiano i cori. I gialloviola gridano ai rivali:“Adesso siamo noi a montare Donatini”. Già perchè Incisivo nel 1995 vinse con la nemica Borgonovo. Sul palco, intanto, Bircolotti prosegue nella lezione: ad un tratto si alza dalla sedia e le sue parole si accendono verso Gingillo e Massimino. Scambi di idee, chiusi con delle strette di mano. I fantini scendono: Massimino esibisce una T-shirt per siglare il suo rientro a Masserella (“Il ritorno alle origini: forza e onore”), Bucefalo si sistema i polsini verdi brillanti che contrastano con la sua signorilità, Brio esalta il portamento da passarella con una tenuta attillata. Alle 16:00 Bircolotti si dirige verso il verrocchio. Un solo commento sulle batterie: “Prevedo giornataccia”. Non avrà torto. Si inizia a bagnare i 60 chili di canapo: i primi sei cavalli stanno per scendere dai box. Borgonovo dedica decine palloncini rossi con appesa della carta igenica ai botteghini. E poi sfodera uno striscione: “Vagliano e Donatini stessi bottini”. Trecciolino non c’è a Fucecchio, ma la sua ombra non manca. Coghe transita con Intiveddau davanti ai contradaioli della Torre, che scuotono lo steccato e gli rifilano una serie di insulti, tra cui “buffone” e “mercenario”. Bircolotti si fuma l’ennesima sigaretta della giornata e poi sale sul palchetto. Sono le 16:30 quando inizia il duello senza esclusione di colpi tra Raimonda e Bernarda. Casu fa catenaccio sul giovane Fais: volano le frustate e volano le prime ammonizioni. A Bircolotti non basta invitare tutti alla calma. Spirito segue il fantino rivale anche nel ritorno dalla falsa partenza. Rieccoci ai canapi e la musica è sempre la stessa: Casu non molla di un centimetro il diretto avversario. Botteghe entra di rincorsa, la mossa è buona e Fais va subito al tappeto. Casu, invece, galoppa verso il popolo gialloblù e una volta arrivato all’altezza dei suoi contradaioli scende al volo: e sembra il figlio del vento Carl Lewis quando taglia in due la sua gente e scappa dalla Buca. Dopo Columbu, dunque, ecco un altro “Killer”. I bernardini non ci stanno e per poco non si sfiora la rissa in pista e nell’area verde della Buca. Presidente e Capitano di Raimonda vengono chiamati a colloquio dall’organizzazione. Una volta finite le spiegazioni, si dirigono verso i loro contradaioli: sugli spalti scattano applausi e abbracci. Alle 17:44 entra la seconda batteria. I ferruzzini esultano quando Desmon perde un ferro alla prima falsa partenza. Ma alla fine Ferruzza resterà ancora la “nonna” e Cappiano a secco da olre 22 anni.
E’ il momento del riposo: i bambini giocano, i finalisti sognano e chi ha la bandiera a mezz’asta recrimina e fa cattivi pensieri...senesi. Alcuni contradaioli bianconeri se la prendono con il mossiere: dalle transenne piovano anche offese. Bircolotti non si scompone e da gentiluomo si presta ad un dibattito con i dirigenti ferruzzini e guardie del corpo. Alle 19:36 Michela Malvolti consegna al mossiere la busta bianca con l’ordine di partenza della finale. Bircolotti si fuma l’ultima cicca e inizia a chiamare le contrade. Il primo a scendere è Bandini tornato quasi leone per i lunghi capelli biondi, il secondo è il Mari che bacia due volte la catenina. Tocca a Salasso: l’ultimo eroe di Siena si carica con il braccio alzato verso il suo popolo. Al canapo le nemiche si studiano ma è Botteghe (sempre girato) a costringere lo starter a far esplodere tre volte il mortaletto. Ma Grein ` concentratissimo: testa alta, orecchie dritte, sguardo fisso verso quella sabbia che vuole divorare. Del mezzosangue che al canapo ha fatto le “bizze” nelle prove resta solo il ricordo. Il sole sta per tramontare, quando arriva la mossa buona: Eugenye e Grein veloci in testa. Ma il maschio di San Pierino emula il predecessore Falco Doglia e vola verso il cencio. Vola verso il tris d’oro. Gli arancioazzurri fanno saltare lo steccato: c’è chi va a prendersi il cencio, c’è chi porta in trionfo Salasso e c’è chi piange: troppo bello per essere vero. Alle 20:30 il popolo di San Pierino passa festante sul ponte: il cencio torna d’oltrarno.


Speciale Palio Fucecchio

Chi sarà il prossimo killer? Solo il Comune può deciderlo

Servizio di
Corsi Giulio


FUCECCHIO - Dopo Columbu, Casu. Dopo Veleno, Spirito. Dopo Ferruzza e Cappiano, Raimonda e Bernarda. Cambiano i colori degli zuccotti, ma non cambia il risultato: la Contrada col cavallo scarso che fa fuori la nemica senza neanche dare modo al proprio mezzosangue di provare a galoppare, di sfidare la rivale sulla sabbia della Buca. Sogni infranti al canape o pochi metri dopo, pianti, imprecazioni. Tutto secondo una strategia precisa. L’anno scorso c’era un motorino ad aspettare Columbu - 30 palii di squalifica a Siena in curriculum - non appena terminato il “servizio” contro Ferruzza a cui la tratta aveva regalato un missilino come Don Celeste. Quest’anno c’è stato l’intero settore di Porta Raimonda che si è aperto come le acque davanti a Mosè per dar modo a Casu - 20 Palii di squalifica a Siena - di dileguarsi sulla stessa piazza dopo aver preso le redini Internos, averlo bloccato all’abbassarsi del canape, aver completato il “lavoro” tirando giù il fantino rossonero Fais e con lui le speranze di Bernarda. Tutto regolare. Anzi tutto secondo le regole. Il che è ben diverso. Ci sono state due occasioni tra il Maggio dell’anno scorso e il Maggio di quest’anno per fare in modo che la vicenda Cappiano-Ferruzza non si ripetesse. Prima la sentenza contro Cappiano: che ha visto punire per 10 Palii il fantino Columbu, ma non la Contrada Calligiana. Poi la modifica del regolamento: che non ha cambiato di una virgola la responsabilità oggettiva delle Contrade. Come dire: Raimonda (o chi per te), se avrai un cavallo scarso puoi benissimo stendere con un bazooka Bernarda, sarà punito chi ha sparato, non chi ha dato l’ordine. Ma anche come dire: aveva ragione Columbu, il Palio è questo, il Palio è guerra. Ora ci sono altri dodici mesi prima del prossimo Palio. Con due interrogativi: chi sarà il prossimo killer? E chi la Contrada penalizzata? Na c’è anche un’altra strada: che l’associazione Palio e il Comune prendano in mano carta, penna e coraggio e cambino il regolamento, senza che le Contrade ci mettano bocca. Il Palio resterebbe stupendo, magari darebbe anche un messaggio di lealtà.


LA NAZIONE - Cronaca del Valdarno/Valdelsa
Fucecchio lì, Martedì 22 Maggio 2007. Pagina VI
Speciale Palio Fucecchio Dopo-Palio

Il Palio. Il giorno dopo tra gioia e polemiche

Nel mirino le ‘manovre’ alla mossa

Amarezza per la scarsa attenzione delle tv

Servizio di
Panzani Giulio


FUCECCHIO - IL PALIO , il giorno dopo. Fra l’entusiasmo di San Pierino che prepara la sua terza festa della vittoria, quasi incredula per questo nuovo straordinario successo, per di più consecutivo, e l’amarezza di chi, come Porta Bernarda, sperava davvero in quel giovane Fais che aveva - diciamolo pure - ottime chances su quel tipo di pista su cui chi sa correre può farsi valere. Le due ammonizioni del mossiere alla prima batteria per Spirito, il fantino della Raimonda, che ha praticamente buttato giù Fais al quale è toccato però lo stesso richiamo, verranno viste in sede di comitato organizzatore per valutare se siano, in qualche modo, necessari dei provvedimenti. Ma non in tempi brevi. Beppe Bertoncini, presidente rossonero, non drammatizza. Anzi. “Il Palio è così”. Alla senese, anche se a Fucecchio potrebbe non essere la formula giusta. Il Palio si prepara, in Contrada, da un’anno all’altro ed è deludente non poterlo correre solo perchè il regolamento consente certi comportamenti. Ma che dire? Quest’anno, a noi. L’anno prossimo a qualcun’altro.” Dunque: cambiare, o non cambiare, le regole? Certamente le delusioni nella Buca d’Andrea non solo state solo per la Bernarda. Anche Borgonovo, grande favorita della vigilia, è rimasta poco soddisfatta. E così pure Cappiano, che aveva i titoli e la voglia di arrivare prima al traguardo. E Massarella o anche Ferruzza, quest’ultima meno fortunata alla tratta, è vero, ma sempre fortemente motivata. D’altra parte nel Palio è così: vince solo una contrada e le altre devono accontentarsi di pensare al traguardo per l’anno in poi. A parte ciò, una critica davvero fondata riguarda i tempi eccessivamente lunghi nella Buca. Un’ora e mezzo, per la prima batteria, troppo stacco con la seconda e troppa l’attesa per arrivare alla finale, corsa verso le 20:15. Il popolo delle Contrade può divertirsi ma chi giunge da fuori, per quel turismo che tutti invocano per il Palio, no, specie considerando che la Buca malgrado vari lavori effettuati di recente non ha servizi igenici adeguati a una presenza di migliaia di persone nè le gradinate, è i necessari ripari per stare ore e ore sotto il sole in un ammassamento forse anche fuori norma di sicurezza. Tutte cose da prendere in considerazione se il Palio dev’essere fatto crescere, e vuole essere incluso fra gli itinerari privilegiati turisticamente. Tutto ciò insieme a quelle strutture d’accoglienza come ristoranti, bar ed alberghi che dovrebbero essere di supporto. Mentre Rai 3, come al solito, non ha riservato a Fucecchio neanche un flash in cronaca.


IL TIRRENO - Cronaca di Fucecchio
Fucecchio lì, Martedì 22 Maggio 2007. Pagina II
Speciale Palio Fucecchio Dopo-Palio

Salasso e Grein l’amore a prima vista

«Sono arrivato a San Pierino con un canape montato in moto, sapevo che quel cavallo avrebbe stupito tutti

Servizio di
Moscadelli Mario


FUCECCHIO - Una forchettata al piatto di pasta e poi giù con gli autografi sui fazzoletti (Foulard n.d.s.). Alberto Ricceri, detto Salasso, è il nuovo eroe di San Pierino. Senese di trentadue anni ha consegnato gli arancioazzurri alla storia, al record: nessuna Contrada, in nessun palio (Vedere Siena nel 1800 - n.d.s.), ha mai vinto tre "cenci" consecutivamente. il popolo d’oltrarno, in festa sotto il tendone di Piazza Fratelli Cervi, lo riempie di baci e abbracci. Si versa l’ennesimo bicchiere di Morellino e Salasso inizia a raccontare l’impresa nella buca. E pensare che non doveva nemmeno esserci a Fucecchio. L’aggancio con San Pierino è avvenuto Venerdì, a poche ore dalla seconda prova. Ricceri aveva indossato lo zucchino arancioazzurro nel 2004 e il risultato finale fu deludente: mai avrebbe pensato di essere contattato dal capitano di San Pierino.

«Era l’ultima Contrada che credevo di sentire - racconta Salasso - ma sapevo che qualcosa stava bollendo in pentola». Già perchè in mattinata il suo amico Villella lo aveva avvertito. «Mi ha chiamato e mi ha detto di tenere il telefonino acceso. Sgaibarre lo scorso anno aveva vinto proprio con San Pierino: le sue parole, il suo racconto su questa Contrada mi hanno caricato e quando Bertini mi ha telefonato ero al settimo cielo». Informato delle difficoltà di Grein alla partenza, Salasso è arrivato alla stalla di San Pierino con un canapo sistemato sulla sua moto. Ha srotolato la corda e ha iniziato a coccolarsi il suo “missilino”. Carezze, parole sussurrate nell’orecchio e gesti affettuosi: tra la meraviglia dei Contradaioli, in venti minuti ha risolto il problema. E anche in questo c’è lo zampino di un collega. «Pusceddu è compropretario di Grein e mi ha dato buoni consigli per tirare fuori il massimo da questo mezzosangue. L’animale mi è subito piaciuto e abbiamo stabilito un ottimo feeling: pensate che alla fine della corsa ho chiesto al proprietario di vendermelo» Salasso si è accorto di essere da palio già in batteria.«Grein aveva una galoppata fantastica e al canapo era concentratissimo. In finale non ero preoccupato dei rivali (visto che anche Bucefalo era alto), ma delle false partenze. E mi sono detto: “Vuoi vedere che ce l’hanno con San Pierino”. Poi siamo partiti e per un giro e mezzo Brio mi è stato davanti. Ma ero tranquillo: vedevo che Eugenye era già a tre quarti di serbatoio, mentre il mio aeroplano era sempre in fase di decollo. Insieme ai dirigenti avevamo studiato la finale così: stare in guardia il primo giro, per poi sparare tutto». E al secondo passaggio Salasso ha salutato tutti. «Ormai ero imprendibile ed è stato magnifico passare davanti alla mia gente con il frustino alzato. In quell’attimo ho avuto un flash del deludente Palio del 2400. Il riscatto è stato emozionante». Appena sceso da Grein è stato travolto dall’euforia dei suoi contradaioli. Poi, è suonato il telefonino. «Dall’altra parte c’era il capitano di Sant’Ambrogio, la contrada per cui il 3 Giugno correrò a Leganano: un’altra bella sorpresa». Al tavolo del presidente arriva una bottiglia di spumante e via ad un altro brindisi. «Ho trovato una Contrada trasformata - continua Salasso - San pierino ha i requisiti per sentirsi grande. Il numero di contradaioli è moltiplicato, la dirigenza è competente». Ecco un altro retroscena. «Domenica mattina, per caso, ho sentito che la suocera del presidente non stava bene. Dentro di me ho sentito qualcosa che mi diceva che avrei vinto. Che dovevo farlo per lui, per la sua famiglia e per la gente di San Pierino. Noi fantini diamo retta all’istinto e quella sensazione è stata una molla». Ricceri non finirebbepiù di rivivere questo Palio. Ma è passata l’una di notte e i contradaioli lo reclamano: lo vogliono con loro per il rito del giro della vittoria nella altre undici Contrade.

Speciale Palio Fucecchio

Le storie incrociate di Giuseppe e Andrea diventati “santi” sull’Arno

Il napoletano Radice e il fucecchiese Bertini: «Ricominciamo da tre»

Servizio di
Fani Marco


FUCECCHIO - Domenica sera, le 23:40. Piazza Fratelli Cervi è addobbata a festa. La sede di San Pierino è presa d’assalto da un’orda di contradaioli impazziti. Si mangia, si beve, si scherza. Si gioisce per il tris che vale l’olimpo, che significa entrare nella storia. Un piede e mezzo in paradiso, un miracolo costruito in appena tre anni. E meno male che c’è un patrono di paese (San Candido, come per Fucecchio), altrimenti... ci avrebbero pensato gli arancioazzurri a creare due nuovi santi. «Senza passare nemmeno dalla beatificazione», scherzano in Contrada, anche perchè, aggiungono a San Pierino «San Giuseppe e Sant’Andrea sono i due miti del paese. Ora stabiliamo la data e poi gli costruiamo due statue intere o a mezzo busto. Come preferiscono». Ovviamente Giuseppe di cognome fa Radice e di ruolo fa il presidente. Mentre Andrea fa Bertini, vale a dire il capitano.

Due storie completamente diverse e per certi versi addirittura agli antipodi. Il giovane capitano, che è cresciuto in contrada, che ha vissuto i primi sussulti, le mille amarezze e una rincorsa continua alla prima vittoria che sembrava non arrivare mai. In arancioblù ha ricoperto un pò tutti i ruoli , fino a diventare l’artefice di questo trittico incredibile, che fa di San Pierino la Contrada più vittoriosa del Palio. Il presidente, invece, viene da Napoli. Adora Troisi, ma è diventato un sanpierinese doc. E’ arrivato nella frazione fucecchiese nel 1990 e si è appassionato subito al mondo paliesco, diventando il contradaiolo per eccellenza, spinto anche dalla passione della figlia Natascia.
Insieme formano un binomio perfetto, forse irripetibile, che in appena tre anni di mandato ha conseguito tre successi inaspettati, ma frutto di un’attenta programmazione. «Anche perchè - dice Radice - quando abbiamo preso il timone della Contrada, abbiamo deciso di far crescere la mentalità di San Pierino. Anche con un investimento economico importante, è chiaro. Siamo riusciti a riaccendere la passione di un paese intero».
L’ultimo successo, quello firmato dal senese Salasso su Grein, è sicuramente frutto di tanta meticolosità. Cambio di monta prima del Palio. Proprio come successe nel 2006 quando Villella sostituì Columbu all’ultimo tuffo. Ma San Pierino sa curare anche i rapporti umani, tanto che il “figlioccio” del presidente Radice, Giovanni Atzeni, sostituito dopo la prima giornata di batterie, ha voluto fare un in bocca ala lupo alla Contrada sanpierinese pochi minuti prima della finalissima. «Il rapporto con Tittia - prosegue Radice - non è stato mai in discusione. Ognuno fa le sue scelte, ma per noi resta un grandissimo amico. Poco prima della partenza mi ha inviato un sms sul telefonino e lo ringrazio vivamente: ci ha portato fortuna».
La scelta di Salasso, fortemente voluto da Bertini, si è rivelata vincente. «E’ arrivato a Fucecchio - dice il capitano - venti minuti prima dell’inizio della batteria di venerdì. Lo chiamavo sul telefonino ma non mi rispondeva. Ho temuto che non arrivasse in tempo. Ma la sua grande capacità è stata quello di capire e preparare il cavallo in pochissimi minuti. Alla partenza Grein era irriconoscibile rispetto al giorno prima».


IL TIRRENO - Cronaca di Fucecchio
Fucecchio lì, Martedì 22 Maggio 2007. Pagina III
Speciale Palio Fucecchio Dopo-Palio

Fais-Casu, era già tutto previsto

Bernarda accusa: roba da palio anni ’60. Raimonda: è il regolamento

Bertoncini: «Il clima che i nostri rivali hanno creato in buca era terribile. Inevitabile che ci siano state delle reazioni»

Lazzeretti: «Siamo stati tra i pochi a chiedere di inasprire la responsabilità oggettiva, ma ci hanno messo in minoranza...»

Servizio di
Fani Marco
Moscadelli Mario

FUCECCHIO - «Ci aspettavamo questo atteggiamento da parte della nostra rivale. Ma la mia Contrada ha più dignità della loro e non si presterà mai a questi giochi estremi. Affidarsi ad un fantino finito è un modo di fare Palio che a Siena facevano forse negli anno ’60». A parlare è Francesco Bertoncini, vice-capitano di Porta Bernarda. «Purtroppo - prosegue - abbiamo avuto la sfortuna di capitare nella stessa batteria con Raimonda. E sappiamo che per vincere un Palio tutto deve andare alla perfezione, liscio, a partire dal sorteggio. Il regolamento, che è molto elementare, prevede anche queste regole, che ovviamente accettiamo. Ma non mi va giù il clima che la nostra rivale ha creato in Buca e in città: non ci scordiamo che ci sono molte donne, bambini e anziani che seguono il Palio da vicino. Noi non andiamo a picchiare nessuno, ma quanto è successo è inevitabile che possa portare a perdere la pazienza e ad agire un pò sopra le righe. Una Contrada come Raimonda che mette a repentaglio il suo popolo, ripeto, e che vive nel terrore della rivale, non ha la minima dignità». Il vice-capitano parla poi del suo giovane fantino, che ha debuttato per la prima volta con i colori rossoneri.«Gianluca fais - prosegue - si è trovato per la prima volta in una situazione estrema, difficile da gestire. Cose che avvengono, per fortuna, poche volte. Anche a Siena da quando si è raggiunto il professionismo, episodi come questi sono oramai soltanto un lontano ricordo. E fortunatamente anche a Fucecchio, a parte gli ultimi due Palii, la situazione era decisamente migliore. Purtroppo Fais non ha avuto la possibilità di dimostrare le sue qualità».
Tra le immagini che resteranno nella storia della 27ª edizione del Palio c’è la fuga di Casu dalla Buca: il popolo gialloblù si è aperto in due per permettere a Spirito di rifugiarsi dalla rabbia dei contradaioli rossoneri. «Vorremo ricordare - spiega Emiliano Lazzeretti, presidente della Raimonda - che, dopo quanto accaduto tra Columbu e Atzeni, noi avevamo proposto di inserire la responsabilità oggettiva della Contrada. Siamo andati ai voti e ben otto Contrade hanno respinto la possibilità di confrontarci su questo tema. Così Domenica abbiamo agito secondo regolamento. Avevamo un cavallo che non poteva nemmeno andare in finale e i bernardini sapevano bene che avremmo agito per impedire la loro vittoria. Siamo stati anche fortunati a capitare nella stessa batteria e accanto all’ordine di partenza: Questo ci ha sicuramente facilitato il compito».
Missione compiuta, quella di Spirito. «E’ stato ingaggiato per fare un certo tipo di palio - continua il massimo dirigente della Capitana - e ha svolto il suo lavoro fino alla fine e con successo. Il Palio è anche questo e fino a che il regolamento non sarà cambiato c’è il rischio di vedere altre azioni simili. Ma ripeto: noi siamo stati tra i primi a proporre di rivedere la responsabilità delle Contrade, ma la maggior parte dei nostri colleghi ha preferito proseguire su questa strada che punisce i fantini. Noi non abbiamo fatto altro che rispettare questa decisione messa ai voti».


IL TIRRENO - Cronaca di Fucecchio
Fucecchio lì, Mercoledì 23 Maggio 2007. Pagina V
Speciale Palio Fucecchio
Dopo-Palio

«Casu era in pericolo, ecco il perchè dei vigili»

Il Capitano di Raimonda: Bernarda aveva chiamato uomini fuori Fucecchio

“La Frase” Mi assumo tutte le responsabilità di quanto successo in batteria: ho agito in maniera paliesca.

Rinaldi controbatte alla Contrada rivale: «Pensavano che il nostro fantino fosse finito, ci hanno sottovalutati».

Sul dopo-corsa: «Quanto accaduto in strada è solo teppismo. Si sono scatenati contro donne e ragazzini».

Servizio di
Moscadelli Mario


FUCECCHIO - La strategia adottata in pista, le accuse di Porta Bernarda sul lavoro della stalla gialloblù, l’intervento dei vigili urbani per portare via Casu e i fatti accaduti nel dopo-corsa. Eugenio Rinaldi, capitano di Porta Raimonda. è un fiume in piena e con decisione analizza i temi più caldi del "suo" Palio. Da capitano, insomma, si assume tutte le responsabilità su quanto successo fuori e dentro la Buca e spiega nei dettagli i motivi di certe decisioni.
La strategia . Il duello Raimonda-Bernarda ha sicuramente caratterizzato la 27ª edizione. «Non avevamo un cavallo nemmeno da finale - attacca Rinaldi - e allora era scontato andare a fare un palio di un certo tipo. Un Palio a non far vincere la nemica. Ma Bernarda ci ha sottovalutati e ha pagato a caro prezzo certi errori di valutazione. Strano, per una Contrada abituata a fare i miracoli... In pista Casu ha svolto al meglio il suo compito, tanto che in serata ha ricevuto numerosi complimenti da chi di Palio se ne intende davvero. Questo a dimostrazione che Casu non è assolutamente un fantino finito. Ci tengo a sottolineare, inoltre, che dietro alla nostra strategia non c’è niente di stampo senese. Di quanto successo in batteria mi assumo tutte le responsabilità, sapendo di avere agito in maniera paliesca e nelle regole». Bernarda ha definito l’azione della rivale roba da anni ’60. «Qualche dirigente rossonero, in particolare il capitano Lastrucci, evidentemente è ancora legato a quegli anni perchè erano quelli della propria gioventù... A queste persone dico che il Palio non è mai cambiato e quanto successo domenica rientra nella tradizione, nella storia di questa manifestazione».
L’intervento dei vigili. Il capitano gialloblù chiarisce anche i motivi che hanno portato l’intervento nella Buca dei vigili urbani. Franco Casu, dopo essere sceso dal cavallo, è salito sugli spalti occupati dai contradaioli raimondini e poi è salito su un’auto delle forze dell’ordine. Per Bernarda non è un’atteggiamento da Palio: queste situazioni le devono risolvere le Contrade, senza nessun intervento esterno. «Sapevamo che Porta Bernarda - continua Rinaldi - si era attrezzata con persone estranee al Palio di Fucecchio. Anche noi c’eravamo organizzati, ma su richiesta dell’organizzazione e delle forze dell’ordine abbiamo “consegnato” il nostro fantino ai vigili urbani. Lo abbiamo fatto per salvaguardare l’ordine pubblico, per salvaguardare lo spirito che caratterizza il Palio e per evitare che la situazione degenerasse. Perchè purtroppo c’erano i presupposti di qualcosa di grave. E così abbiamo accettato l’invito dell’amministrazione e delle forze dell’ordine a procedere in una determinata maniera».
L’aggressione. «Quanto accaduto dopo la finale non è Palio, ma è soltanto teppismo». Chiaro il commento di Rinaldi ai fatti successi, dopo le 20:30 di Domenica, nelle vicinanze di via Tea. «Avevamo esortato tutto il popolo a seguirci in Contrada, ma alcune donne e bambini hanno preferito restare sugli spalti per godersi lo spettacolo della finale. Tuttavia, la maggior parte dei contradaioli è passata davanti alla sede di Porta Bernarda dopo la conclusione della prima batteria ed era quello il momento giusto per un confronto: i rossoneri, invece, non ci hanno nemmeno rivolto lo sguardo. E si sono scatenati contro delle donne, dei bambini e dei ragazzini: hanno lanciato sputi, insulti e spintoni. Questo non è certo un atteggiamento da Palio».
La stalla. Rinaldi, poi, non ci sta alle illazioni lanciate da Porta Bernarda sulla condizione in batteria di Figaro Sauro. «Quanto dichiarato dai dirigenti rossoneri - dice Rinaldi - è offensivo nei confronti della nostra stalla, che ha lavorato nel migliore dei modi. E così fece anche con Fischietto. Il comportamento di questi due mezzosangue al canapo è causa della loro indole. Dico questo conoscendo bene anche il ruolo del barbaresco, incarico che ho ricoperto prima di diventare capitano. Comunque, invito i dirigenti della Bernarda a chiedere ai proprietari lo stato di salute di questi cavalli dopo il Palio. Così potranno togliersi tutti i loro dubbi. Su Fischietto, che nel 2006 mise fuori causa il nostro destriero, non ci saremmo mai permessi di criticare o di giudicare la stalla di Sant’Andrea».

L’intervista

Servizio di
Corsi Giulio


FUCECCHIO - Buongiorno Casu, allora ha rivisto a freddo il film del Palio di Domenica?
«No, non ancora, anche se mi sono ripromesso di guardarlo. Sto aspettando che mi mandino le immagini. Voglio vedere la vittoria di Salasso».
E magari riguardarsi anche i fatti della prima batteria che l’hanno vista protagonista...
«Protagonista io? Forse per il fatto che mi sono preso tre o quattro frustate da Fais».
Poi però l’ha disarcionato e l’ha escluso dalla gara...
«E’ caduto da solo, tentando di colpirmi col frustino. Ha perso l’equilibrio quando mi sono spostato. Io non l’ho mai toccato, non ho reagito, l’ho solo disturbato, come era nei miei compiti».
E’ venuto a Ficecchio per fare il “servizio”, allora?
«I Palii o si vincono o si fanno perdere alla Contrada nemica. E’ una legge che non ho inventato io, lo dice la storia di questa corsa. Io ho vinto facendo perdere la nemica».
C’era una strategia ben precisa per boicottare Bernarda alla mossa?
«L’ordine era quello di disturbarli in tutti i modi, alla mossa, in corsa, nelle batterie, nelle prove. Ovunque andava il Fais io dovevo stargli addosso. E così ho fatto: l’ho curato per tre giorni, avete visto le prove? Non gli ho dato un momento di respiro, l’ho innervosito, l’ho braccato, alla fine non ne poteva più e mi ha colpito».
Ma l’ordine chi gliel’ha dato? Il Capitano di Raimonda
«Certo, avevamo studiato ogni dettaglio in Contrada».
Anche la fuga tra il pubblico gialloazzurro?
«Sapevo dove scappare, il capitano aveva organizzato ogni minimo aspetto. Direi che è andato tutto alla perfezione».
A parte il fatto che adesso l’aspetta una maxi-squalifica. Non le dispiace un po’ prendersi magari dieci Palii a Fucecchio proprio ora che ha finito di scontarne venti a Siena?
«Io non credo proprio che prenderò dieci palii di squalifica. Riguardate le immagini e vedrete che io ho fatto pochissimo; anzi praticamente niente. Sono solo stato vicino a Fais. Casomai sarà lui che dovrà essere escluso per qualche hanno da Fucecchio: o vi siete già dimenticati delle frustate che mi ha dato sotto gli occhi del mossiere e di tuuto il pubblico?».
Crede che l’esperienza tra lei e il Fais abbia fatto la differenza?
«Lui è un bravissimo fantino, è giovane ma ha talento e faccia tosta. Non si è fatto intimorire più di tanto, ma alla fine era difficile resistere allo stress che gli abbiamo imposto».
Ma secondo lei Internos aveva veramente la possibilità di vincere?
«In prova non aveva fatto male. Credo che anche in finale avrebbe potuto fare la sua parte, ma non ce l’abbiamo fatta arrivare».
E il suo Figaro Sauro invece era così scarso?
«Aveva un problema fisico, magari poteva superare la batteria ma in finale non avrebbe mai vinto».


LA NAZIONE - Cronaca del Valdarno/Valdelsa
Fucecchio lì, Mercoledì 23 Maggio 2007. Pagina V
Speciale Palio Fucecchio
Dopo-Palio

Palio, nervi a fior di pelle

Dopo la caduta di Fais c’è chi invoca il cambio di regole

Michela Malvolti però non cede: «La corsa è questa e così resterà»

Servizio di
Panzani Giulio


FUCECCHIO - PALIO DELLE CONTRADE: la polemica che sembrava cessata con la finale in pista e la strepitosa quanto meritata vittoria di San Pierino riaccende. E oltre alle accuse lanciate a Porta Raimonda e al suo fantino Franco Casu, detto Spirito, per aver provocato la caduta di Fais, porta-colori della Bernarda, impedendogli di correre la batteria, il Capitano di quest’ultima, Mauro Lastrucci, non risparmia neppure l’organizzazione e l’amministrazione comunale per aver fatto uscire dalla Buca d’Andrea il fantino giallo-azzurro con un’auto della Polizia Municipale. “Se questo dev’essere il Palio - ha dichiarato Lastrucci nel corso di una trasmissione su una tv locale - dal 2008 lo si correrà in maniera diversa».
Un avvertimento, questo, su come potrebbe trasformarsi quella che dovrebbe essere una kermesse e che sta esasperando, invece, gli animi minacciando di sfociare in qualche disordine.
L’anno scorso fu la Ferruzza a subire le scorrettezze di Cappiano e a non poter correre. Come pure la Raimonda che non fece la finale per un incidente causato al suo cavallo da quello di Sant’Andrea. Quest’anno è toccato alla Bernarda. E non è giusto - diceva Beppe Bertoncini, presidente rossonero, dopo la batteria persa che la gente di una Contrada s’impegni per tutto un anno e poi non veda il suo cavallo correre.
C’E’ CHI INVOCA una revisione del regolamento, anche per snellire i tempi giudicati eccessivi delle batterie e della finale. Ma Michela Malvolti non cede: “A Fucecchio si fa così. Questo è il nostro Palio. E non si cambia”. Diverso è il discorso delle scorrettezze al canapo che hanno portato alle ammonizioni da parte del mossiere: “Aspettiamo il verbale - dice ancora il presidente del comitato organizzatore - per verificare se ci sia stato qualche comportamento passibile di sanzioni. Per ora, tuttavia, non sarebbe giusto fare delle ipotesi che potrebbero rivelarsi infondate”. Anche Massimo Billi, assessore delegato al Palio, è su questa linea. Così come lo è chi rifiuta il termine di “senese” per una manifestazione che in realtà ha acquisito una connotazione propria, senza scopiazzamenti.
MA C’E’ TENSIONE. La si percepisce in maniera tangibile insieme al rischio che alla cerimonia conclusiva, alla cena di chiusura di San Pierino, possa scaturire una bagarre. Una cosa, questa, che sciuperebbe la festa ai vincitori che non c’entrano con le polemiche d’altri.


LA NAZIONE - Cronaca del Valdarno/Valdelsa
Fucecchio lì, Giovedì 24 Maggio 2007. Pagina V
Speciale Palio Fucecchio
Dopo-Palio

Mossa contestata: sospetti, scuse e minacce di querela

RITRATTAZIONE: Il capitano di Porta Bernarda corregge il tiro sul cavallo di Porta Raimonda

Servizio di
Panzani Giulio


FUCECCHIO - FIGARO SAURO, il cavallo di Porta Raimonda, “imbenzinato”?. L’accusa lanciata dal capitano della Bernarda fa arrabbiare il dottor Lorenzo Viti, dirigente giallo-azzurro che, come veterinario, segue proprio il mezzosangue assegnato alla tratta e che minaccia querela. Ma subito il capitano si riprende: “Non ho inteso di parlare di trattamenti men che corretti subiti da Figaro Sauro e non ho neppure citato il dottor Viti che, oltre ad essere un professionista di tutto rispetto, è anche un mio amico, Se si è offeso posso scusarmi. Certo: le mie esternazioni su ciò che è accaduto alla mossa della prima batteria, quando fais non ha potuto correre pur avendo eccellenti possibilità di vincere, hanno sentito di un’emotività accresciuta dall’essermi fatto interprete del disappunto di tutti i bernardini. Un sentimento comprensibile per chi dopo aver lavorato un intero anno è dovuto restare al canapo da subito”. Lastrucci spiega anche ciò che intendeva dire al cavallo avversario: troppo nervoso, forse il riflesso di una tensione percepita nella Contrada avversa a Porta Bernarda: “E’ che Figaro Sauro fosse irrequieto lo si è visto subito, tanto che quando è stato portato in campo mordeva addirittura.” D’altra parte il nome del Viti, che ha una storia professionale ragguardevole e che è stato anche ufficiale veterinario del centro ippico dell’esercito, non è stato fatto. Il capitano rossonero rettifica anche il tiro sull’amministrazione comunale, che ha fatto tanto per il Palio ma che non è giusto consenta a chi si comporta male nella Buca d’Andrea di sottrarsi al confronto con la gente svignandosela nell’auto della Polizia Municipale. L’assessore Massimo Billi, dal canto suo, non ha mai giustificato Franco Casu, detto Spirito, stratega, più che fantino, della pista: “Abbiamo solo cercato di prevenire degli incidenti, non d’intrometterci in ciò che è accaduto al canapo”. E così, quando le cose sembravano mettersi al peggio ecco, di nuovo, la bonaccia. Anche se restano da sciogliere i nodi dell’area per il pubblico nella Buca d’Andrea, delle norme di sicurezza, dei servizi igenici e dei tempi troppo lunghi della corsa. Problemi che risolverà il prossimo presidente del Palio, a fine mandato di Michela Malvolti, e indicato dai bene informati in Claudio Giovannelli, uno dei “saggi” già designati dal comune nell’organizzazione della sfilata.


IL TIRRENO - Cronaca di Fucecchio
Fucecchio lì, Giovedì 24 Maggio 2007. Pagina III
Speciale Palio Fucecchio Dopo-Palio

«Non dovevano passare dalla Contrada»

Bertoncini: ci sono tante strade, quelli di Raimonda volevano provocarci

«E’ vero, ho i body guard ma sono professionisti così evito aggressioni»

Servizio di
Fani Marco


FUCECCHIO. «E’ inutile che Porta Raimonda continui a fomentare questo clima di odio che non fa onore alla città di Fucecchio e a una manifestazione importante come il Palio. Noi non siamo senesi, ma sinceramente non accettiamo nemmeno certi atteggiamenti che sono stati tenuti dalla nostra rivale subito dopo la conclusione della batteria. Ho chiesto di abbassare i toni, mi sembra che la via intrapresa da qualcuno porti a ben altro». Il Presidente di Porta Bernarda, Giuseppe Bertoncini, replica alle accuse mosse dal capitano raimondino Eugenio Rinaldi subito dopo la conclusione del Palio.

«Mi sembra assurdo - continua Bertoncini - leggere e sentire certe accuse, quando subito dopo la conclusione della batteria e la fuga del fantino dalla Buca, molti contradaioli di Raimonda hanno deciso di passare davanti alla nostra Contrada. E’ stato un’atteggiamento di sfida, di presa in giro, che - visto anche la possibilità di poter raggiungere la loro sede attraverso altre vie di Fucecchio - poteva essere evitato. In questo modo non si abbassano i toni, ma si contribuisce soltanto ad esasperare il clima: mi dispiace solo che questo possa portare alla “guerra” anche in altri luoghi e fuori dalla Buca». Lo sfogo di Bertoncini prosegue:«Personalmente in venticinque anni non ho mai fatto guerre di religione a nessuno, ma se qualcuno va alla ricerca dello scontro, anche attraverso atteggiamenti di scherno, ci trova pronti. Porta Raimonda non si rende conto che ha contribuito a mettere a repentaglio l’incolumità della sua gente: meno male che alla fine tutto è andato per il meglio, ma così non sarà sempre e allora poi si piangerà. Cerchiamo di non arrivare a tanto».
Il presidente rossonero condanna anche le numerose accuse alla mosse alla Contrada: secondo i rivali, infatti, a subire le conseguenze peggiori sarebbero state donne e bambini, gialloblù. «Quando si contribuisce a creare un clima del genere - prosegue - è inutile sempre mettere al centro le donne e bambini per attaccare e mascherare le proprie colpe. Mi sembra che l’atteggiamento di molte signore e signorine presenti in buca e poi fuori, non sia stato proprio dignitoso e rispettoso. Non si può offendere e poi dire “siamo donne”. Nel parapiglia a volte paga l’innocente per il peccatore».
Porta Bernarda non accetta la critica secondo la quale la Contrada si sarebbe organizzata con persone esterne al Palio. «Mi sembra giusto precisare questo concetto - prosegue il presidente rossonero - io pago personalmente dei professionisti con l’obiettivo di tutelare l’incolumità mia e dei miei familiari. Sono nel diritto di farlo e peraltro , mi avvalgo di assoluti professionisti che si limitano a svolgere il loro compito nel rispetto dei ruoli, senza attaccare e offendere nessuno. Queste persone difendono me, come avviene per altri, senza mai macchiarsi di atteggiamenti scorretti: se qualcuno lo avesse fatto, invito chiunque a denunciarlo. Purtroppo in molti si sono già dimenticati di certe aggressioni, una delle quali subita da mio figlio in passato. Fu dopo questo episodio che decisi di porre alcuni rimedi.»
Porta Bernarda apre poi anche a nuovi spiragli per il futuro della manifestazione. «Non condanniamo quanto avvenuto in pista ma quanto successo prima al canapo - conclude - anche perchè visto il sorteggio della batteria, era difficile prevedere un epilogo diverso. Probabilmente è stata un pò sottovalutato quanto successo nell’edizione 2006 tra Cappiano e Ferruzza: per non ripetere certi copioni è necessario introdurre la responsabilità oggettiva. Le regole si possono lasciare anche così, ma ai canapi ci deve essere più regolarità. Io non ho problema a discutere con nessuno, ma bisogna che altri cambino atteggiamento».

L’intervista

«Io squalificato? Folle»

Fais replica a Spirito

Servizio di
Corsi Giulio


FUCECCHIO - Tre giorni dopo il Palio, Gianluca Fais, ha già voltato pagina. Anzi, ci ha provato. «Il Palio di Fucecchio? Acqua passata», dice al telefono. «Non ho rivisto le immagini, non ho più sentito nessuno, nessuno mi ha ceracto, ora penso già alla prossima corsa e alla Lupa». A Fucecchio però le polemiche sulla sua lotta con Spirito, sulle frustate, sulla sua caduta alla mossa sono accese. E così Fais, tirato un pò per la giacca, accetta di raccontare qualcosa quella giornata così triste per lui e per Bernarda.
Fais, è tutto dimenticato?
«Dimenticato no, perchè dagli errori si impara. Però è l’ora di voltare pagina».
Ma col capitano di Porta Bernarda ci avrà parlato un pò dopo la corsa...
«Sì per alcuni minuti ci siamo confrontati».
E che vi siete detti?
«Niente di chè, io gli ho confermato che quel che è successo non era colpa mia e credo che anche in Contrada pensino la stessa cosa».
Colpa di Spirito, allora...
«Lui ha fatto il suo gioco. E’ Stato caricato, aveva un compito, mi immaginavo che si sarebbe comportato così».
Ma lei non era preparato a un assalto del genere?
«Certo, ma era la prima volta che montavo a Fucecchio, ho fatto tutto ciò che potevo fare per partire, volevo correre perchè Internos mi aveva dato delle belle impressioni, volevo fare il Palio. In finale ci saremmo arrivati di sicuro, ma non c’è stato verso».
Forse una mano poteva dargliela Bircolotti cambiando l’ordine del canapo?
«Non credo, è stato il sorteggio a penalizzarci. In quella batteria era impossibile».
Ma quando il mossiere ha dato la mossa, lei è stato disarcionato da Spirito?
«No, ho fatto da solo. Per divincolarmi dalla sua presenza, ho sbattuto contro il paletto della rincorsa, anche la cavalla stava cadendo, è stato un attimo, ne anche mi sono accorto di andar giù».
Casu ha detto che se c’è un fantino che va squalificato è lei: è d’accordo?
«Mi sembra assurdo, folle. Se mi squalificano, pace, ma mi sembrerebbe di ricevere danno e beffa. Casu comunque può dire quel che vuole, io penso a chi dà le squalifiche è la commissione che non deve fare una cosa del genere».
Ha finito di vedere il Palio poi, o è tornato a casa?
«Ho fatto una doccia, e sono rientrato in Buca. Ho visto la corsa. Dico solo che in finale con quella cavallina avremmo potuto vincere».


Critica artistica

«Questo Palio è troppo provinciale»

Cinelli contro la mentalità dei fucecchiesi: bisogna uscire dai confini

Il pittore punta il dito sul corteo e cencio: solo Cappiano si è rinnovata. Puccinelli? Ha fatto ciò che gli ha chiesto il Comune

Servizio di
Gianfranceschi Luciano


FUCECCHIO - «Ancora una volta ho visto un Palio provinciale. Solite facce, soliti atteggiamenti, solita diffidenza a rinnovarsi. Non è così che Fucecchio può crescere». Quattro giorni dopo la corsa, in mezzo alle polemiche tra Bernarda e Raimonda, in mezzo alla festa di San Pierino, in mezzo all’attesa per scoprire chi - stamani - sarà premiato per la miglior passeggiata storica, arriva una frecciata al veleno alla manifestazione fucecchiese. A tirarla è Francesco Cinelli, artista fucecchiese, il pittore del cencio maledetto del 2001 e di quello che l’anno scorso sancì il bis di San pierino. inelli non è nuovo a polemiche. L’anno scorso accusò l’amministrazione e l’organizzazione di mettere in secondo piano l’aspetto artistico del Palio - a partire dall’importanza del "Cencio" - rispetto alla corsa. Quest’anno invece parte proprio dall’aspetto artistico per dire la sua. Senza troppi peli sulla lingua. E fa una lista di elementi in cui «il Palio di Fucecchio dimostra di essere vecchio: nella presentazione, nel cencio, nel pittore, negli spazi».
Il Palio. Si parte proprio dal cencio, che è stato realizzato da un’altro pittore fucecchiese, Marco Puccinelli, altra età, altro passato rispetto a Cinelli. «E’ un Palio tradizionale, un bel stendardo - è il commento del pittore - più facile da leggere rispetto al mio rispetto al mio da un punto di vista estetico. Non discuto la bellezza dell’opera, dico che è il classico "cencio" che i fucecchiesi si aspettavano, senza troppe pretese. Sicuramente è stato più apprrezzato dal popolo proprio per la sua facilità. Conosco bene Puccinelli e so che poteva fare qualcosa di diverso. Però ha scelto di restare dentro i canoni che gli sono stati chiesti, ha lavorato per la gente di Fucecchio, non per sè come invece avevo fatto io, che sono uscito dalle dimensioni del "cencio", dalle indicazioni sul tema, da tutti gli obblighi che mi erano stati imposti. Ha fatto bene perchè così gli era stato chiesto. Forse era il mio "cencio" a non essere adatto. Però penso che il Comune avrebbe dovuto dargli carta bianca, lasciarlo esprimere. Anzi dovrebbe fare così in futuro se vuole che il Palio sia arte». Ora il "cencio" di Puccinelli e quello di Cinelli saranno messi accanto, nella Contrada che ha firmato il tris. «Sono due opere diverse, ma so che a San Pierino sono molto affezionati alla mia, tantochè mi hanno chiesto di rimetterci le mani un questi giorni riadattandola per essere in grado di partecipare alla sfilata. L’ho fatto volentieri».
La passeggiata Cinelli lancia dardi anche sulla sfilata e sul modo di interpretarla da parte delle Contrade. «Una sola Contrada ha provato a rinnovarsi, è quella di Cappiano - dice -. Chissà se verrà premiata. Non è solo il tema che hanno proposto i verdeazzurri, legato all’arte, che mi è piaciuto. E’ soprattutto la volontà di cambiare, di lanciare qualcosa di nuovo che va premiato. Cappiano ha rischiato sulla sua pelle, magari ha pure sbagliato qualcosa ma il fatto stesso che abbia provato a cambiare tema, a raccontare un’altra storia rispetto alle solite di nobili e contadini, è positivo. Le figure di Cappiano che entravano in piazza hanno destato stupore tra la gente, a me hanno destato un’emozione, mi ha dato stimolo. Se dovessi dare un premio per la passeggiata lo sarei a Cappiano, un premio alla fantasia, alla novità. Gli altri? Vestito più, vestito meno rispetto all’anno scorso non fa differenza. La storia è quella, non è un pò di velluto in più che fa la differenza».
La presentazione. L’arrivo del "cencio" a cavallo si era già visto l’anno scorso. L’aveva inventato proprio Cinelli e qualcuno, la sera, ha pensato dentro di sè a una fotocopia della scenografia dell’anno prima. Tra l’altro in un primo momento si era sparsa la voce che sarebbe stata la presidente Malvolti ad arrivare a cavallo col "cencio", poi invece fu Alessandra Goretti col suo vestito bianco e il Palio dalle tonalità azzurre a ricevere gli applausi dei duemila che erano in piazza. Tra cui anche Cinelli: «Non è possibile rinnovarsi ogni anno - dice - io ho cercato di dare una mia impronta. L’entrata a cavallo poteva essere riproposta, ma mi aspettavo qualche novità in più. Fortuna che Puccinelli ha fatto un discorso forte, acceso, rivolto ai giovani. Quel discorso è stato il momento più esaltante della serata, forse dell’intera settimana del Palio. Dico una cosa al Comune: servono più idee, piè novità, serve la volotà di andare oltre. Quest’atteggiamento provinciale fa male a Fucecchio e al Palio. Bisogna uscire dai confini».



Foto Ottica Orsini - Fucecchio
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